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venerdì 29 maggio 2015

Aborto e passerelle. Confessioni di una ex top model



Amada Rosa Pérez offre la sua testimonianza

Che l’aborto sia un tema sempre più comune e più relativizzato nel nostro mondo non è una novità. Ne abbiamo sentito parlare tanto che forse ormai ci siamo abituati. Oggi speriamo di trovare in questo video qualche novità. La protagonista è un’ex modella che ci racconta la sua esperienza, ed è necessario perché ci ricorda come gli ideali mondani relativi a bellezza e successo portino le donne a sottoporsi a un aborto senza tener conto delle conseguenze (non solo per le modelle).
Amada Rosa Pérez è colombiana. Come qualsiasi ragazza carina voleva trarre profitto dalla propria bellezza diventando modella e attrice (e in questo non c’è niente di male), ma quando la pressione sociale aumenta in un mondo pieno di standard e criteri superficiali su come deve essere la donna e in cui si dà grande importanza a ciò che dicono gli altri, è sempre più difficile distinguersi dalla massa e fare scelte conseguenti, scelte che implicano la rinuncia a una vita “perfetta”.
Amanda Rosa_L’ex modella ha detto che prima si sentiva vuota ed era immersa in un mondo in cui aveva fama, contratti, denaro e successo, ma sentiva comunque di non avere nulla. “Ho iniziato a cedere alla superbia e alla vanità. Il mio cuore ha iniziato a riempirsi di odio e vendetta”. Come molti di noi, dice che ha dovuto toccare il fondo per ritrovarsi. Un aborto e un tentativo di suicidio sono stati due delle ragioni per le quali ha deciso di cambiare. “Ho abortito e questo ha segnato la mia vita, per questo sono qui a condividere la mia testimonianza”.

È molto triste vedere come molte donne prendano decisioni come queste schiacciate dalla solitudine e dalla paura, dall’incapacità di riconoscersi amate e accompagnate in un mondo che purtroppo si preoccupa di tutto fuorché di questo. “Senti che la vita ti crolla addosso, che non ce la farai, non mi sentivo sostenuta. Mi mancavano amore e comprensione”, ha affermato Amada Rosa.
È proprio per questo che a Madrid è nato il movimento “Ogni vita importa”. Il suo obiettivo è difendere le donne e i bambini che portano in grembo. Gli organizzatori hanno convocato una marcia per il 22 novembre nelle vie di Madrid per protestare contro il Governo che resiste a modificare la legislazione vigente relativa all’aborto. Come persone che valorizzano la vita umana e il diritto alla maternità, vogliono manifestare pubblicamente il proprio impegno nei confronti della vita e delle donne in gravidanza. L’aborto non è MAI la soluzione.
  Fonte:http://unacasasullaroccia.com/2014/12/04/aborto-e-passerelle-confessioni-di-una-ex-top-model/#more-54672

La veggente Marija commenta l'ultimo messaggio del 25 maggio 2015

La veggente Marija Pavlovic Lunetti a Radio Maria:
"Cari figli! Anche oggi sono con voi e con gioia vi invito tutti: pregate e credete nella forza della preghiera. Aprite i vostri cuori, figlioli, affinché Dio vi colmi con il suo amore e voi sarete gioia per gli altri. La vostra testimonianza sarà forte e tutto ciò che fate sarà intrecciato della tenerezza di Dio. Io sono con voi e prego per voi e per la vostra conversione fino a quando non metterete Dio al primo posto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
P. Livio:  La Madonna ha detto una volta a Medjugorje che il suo messaggio più importante è quello della conversione, però in realtà in tutti i messaggi invita alla preghiera; forse è la preghiera il messaggio più importante o c’è qualche intima unione fra la preghiera e la conversione?
Marija:  Io penso che uno che prega, migliora. Ciò significa che si converte, perché la preghiera è il mezzo per avvicinarci a Dio. Per questo Lei dice: “Pregate e credete nella forza della preghiera”. Quando preghiamo, la forza della preghiera cambia il nostro cuore, perché pregando si impara a pregare. Dobbiamo pregare molto e bene fino a poter dire che abbiamo cominciato a pregare con il cuore.
P. Livio:  A tanta gente, che dopo la Cresima, si è allontanata da Dio e non ha quasi più pregato, che suggerimento daresti per incominciare a pregare?
Marija: Io credo che devono incontrare Dio. Per questo la Madonna ha detto che noi dobbiamo diventare testimoni e dice: “La vostra testimonianza sarà forte e tutto ciò che fate sarà intrecciato dalla tenerezza di Dio”. Io credo profondamente che uno si può avvicinare a Dio anche dopo tanti anni. Vedo qui a Medjugorje che vengono in pellegrinaggio molti su invito di un amico, di un parroco o l’invito di una madre, di un padre; o vanno ad un incontro grazie alla testimonianza di qualcuno. Per questo la Madonna dice: “Dovete essere le mie mani allungate, dovete essere la preghiera per gli altri, per quelli che non credono, non pregano, sono lontani da Dio”. Tante volte la Madonna ha chiesto di pregare per quelli che non credono, non pregano e non amano. Qualche giorno fa una persona mi diceva che nella sua grande famiglia, quando arrivano in casa gli amici dei figli, c’è sempre baraonda, ma dopo un po’ i discorsi finiscono sulla preghiera e su Dio. Perché se noi amiamo Dio sopra ogni cosa, parliamo di Lui. Se uno è innamorato della sua ragazza, parlerà di lei. Così anche noi, se Dio ci interessa più di ogni cosa, parleremo di Lui.
P. Livio:  Io ho girato tanti Santuari, ma quando arrivi a Medjugorje, vieni coinvolto dalla preghiera…
Marija: E’ vero. Io credo che non c’è un posto così bello come qui a Medjugorje. Per esempio quando si fa l’adorazione, senti la presenza di Dio in un modo così forte… Anche oggi, giorno dopo Pentecoste, lo Spirito Santo è presente. Anche quando arrivano persone che sono pagane, lontane dalla fede, dicono: “Io sento qui una positività”. Perché un pagano non conosce lo Spirito Santo, ma sente questa positività. Io credo che noi, con la nostra vita e la nostra testimonianza, emaniamo Dio. Ma se non preghiamo, perdiamo Dio, diventiamo imbruttiti. Mentre diciamo: “Guarda come è bello costui perché prega”. Anche il nostro cuore, quando siamo con Dio, diventa più bello. Una volta abbiamo chiesto alla Madonna perchè era così bella e Lei ha detto: “Io sono bella perché amo”. Se noi amiamo Dio e la Madonna diventiamo belli, anche fisicamente...
La Madonna ci chiede sempre di più la preghiera. Lei dice: “Pregate affinchè la vostra vita diventi preghiera”. Come pregare? Rosario, varie devozioni, la coroncina della Divina Misericordia alle 15 del pomeriggio, le novene… A me hanno tanto aiutato le preghiere a Santa Brigida; anche la preghiera del pellegrino russo, ripetuta continuamente. Tutto aiuta. Tutto ci unisce sempre più a Gesù e alla Madonna. Come tante mamme, anch’io entrando in auto con i figli, comincio a fare una preghierina. Un domani nostro figlio lo ripeterà ai suoi figli. Anch’io ho ricevuto questa tradizione, da quando ero piccola, dalla mia mamma e anche dalla suora che ci diceva: “Quando entri in chiesa, ci si inginocchia e si dice la preghiera davanti al Santissimo”. La dico sempre anche oggi. Questo devono fare le mamme, i papà, i nonni… E non come fanno alcuni che non battezzano i figli e dicono che sceglieranno loro da grandi. No! Noi dobbiamo trasmettere quello che abbiamo ricevuto. Poi, se i nostri figli si perdono, ci penserà Dio, ma anche noi con la nostra testimonianza.
P. Livio:  Visto che abbiamo appena vissuto la Pentecoste noi abbiamo anche un maestro interiore, lo Spirito Santo ci ispira e ci insegna a pregare.
Marija: Esattamente. Noi a volte andiamo in una chiesa vuota e sentiamo la presenza di Dio come una chiamata. Come diceva anche Padre Jozo ai pellegrini: “Voi siete a Medjugorje perché siete stati chiamati”. Io credo profondamente che tante persone che sono venute qui è perché le ha chiamate la Madonna, ma nello stesso momento hanno capito che non era una esperienza da tenere solo per sé. Tutti quelli che sono venuti, già nei primi anni a Medjugorje, tutti sono tornati alle proprie case e hanno testimoniato. Vuol dire che hanno sentito la presenza di Dio e della Madonna e hanno sentito il bisogno di trasmettere questa presenza. Noi cattolici, che sentiamo la presenza di Dio nell’Eucarestia, la dobbiamo trasmettere.
P. Livio:  Mi ha colpito questa espressione: “Pregate e credete nella forza della preghiera”, perché noi non crediamo nella forza della preghiera e non crediamo che la preghiera ci rende forti, pensiamo che sia inutile.
Marija: Noi tante volte facciamo una preghiera distratta, a volte ci addormentiamo pregando, ma la Madonna non ha mai rimproverato per questo. Ricordo che nei primi anni avevo il rimorso di coscienza se non avevo finito il Rosario; oggi invece mi addormento dicendo il Rosario e dico al mio Angelo custode che, dove non arrivo io, arrivi lui. Ma io cerco di fare il possibile, metto la mia buona volontà. E’ bello avere questo rapporto confidente con l’Angelo custode, che diventa un concreto compagno della nostra vita.
P. Livio:  La Madonna ha detto: “Anche oggi sono con voi”. Tra un mese saranno 34 anni! Dureranno ancora tanto queste apparizioni quotidiane?
Marija: Non lo sappiamo. La Madonna dice: “Anche oggi sono con voi e con gioia vi invito”. La Madonna non ha perso la gioia, non ha perso la speranza, non è stanca e questo mi dà una gioia immensa e penso che noi siamo poveri peccatori, ma cerchiamo il bene con tutte le nostre forze, anche se poi crolliamo e ci troviamo in questo mondo a volte così crudele, senza Dio. La Madonna dice: “Mettete Dio al primo posto!”
... Si, oggi facciamo gli auguri al veggente Ivan che compie 50 anni. Diventiamo più vecchi per la terra, ma più giovani per il Paradiso. Anche oggi, appena finita l’apparizione, sentivo una gran voglia di Paradiso. Volevo aggrapparmi alla Madonna e dirLe di portarmi via con Lei; perché stando con la Madonna si dimenticano tutti i problemi, le difficoltà… e l’unico desiderio che hai nel cuore è il Paradiso. Invece la Madonna mi ha lasciato ancora qua, purtroppo. Tra poco salgo sulla Collina e vi porto tutti spiritualmente là dove la Madonna ha scelto di apparire, in mezzo a quei rovi, a quelle pietre, dove c’è una speciale positività, una grazia.
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Marija ha quindi pregato il “Magnificat” e il Gloria.
... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.
Marija e P. Livio
Fonte:http://www.medjugorje-oggi.org/commento.htm

Prima di pregare ognuno deve perdonare i nemici

Maria insegna: il perdono cristiano, passaggio obbligato alla pace
I Fatti - "Dopo che la Madonna al 4° giorno ci ha portato alla confessione, ha soggiunto: "Prima di pregare ognuno deve perdonare i nemici, offrirli al Padre e desiderare per loro la grazia e la benedizione". L'ho detto ai miei parrocchiani ed essi risposero "sì", ma poi ci fu un silenzio come un deserto per venti minuti. Ho chiesto allora di domandare la grazia di poter perdonare e così riprendere a pregare. Allora Maria ci ha fatto un grande regalo. Un signore al centro della chiesa ha gridato ad alta voce: "Signore, io ho perdonato, perdonami!" Ed ha incominciato a piangere. E allora tutti abbiamo pianto come se si fosse aperto un rubinetto di acqua e si é formato nella chiesa un solo coro che diceva: "Signore, anch'io ho perdonato, perdonami" ripetuto mille volte.
Poi si è assistito ad uno spettacolo insolito: le famiglie prima nemiche si invitavano a pranzo, poi si facevano regali, poi invitavano i vicini a far festa. Era il trionfo della grazia della riconciliazione. (Testimonianza di P. Jozo)
Il tema del perdono e della riconciliazione con Dio e con gli uomini è oggi particolarmente attuale nella prospettiva del grande Giubileo che, all'inizio del terzo millennio, la Chiesa con speciale sollecitudine pastorale ci chiama a vivere in un clima di particolare intensità spirituale (cfr Enciclica "Tertio Millennio Adveniente"). Anche la Regina della Pace, quasi a suggello conclusivo del ciclo delle grandi Apparizioni Mariane iniziate a Rue du Bac nel 1830 e sviluppatesi poi a Lourdes nel 1858 e a Fatima nel 1917, lo sta preparando da più di diciotto anni con la sua straordinaria presenza di grazia a Medjugorje Sin dal secondo giorno delle apparizioni, il 26 giugno 1981, sul Podbrdo, la Madonna rivela il motivo centrale della sua venuta a Medjugorje e la finalità essenziale del messaggio: "Sono venuta perché gli uomini si riconcilino con Dio e fra di loro!" e, poco dopo, apparendo nuovamente a Marijia, rivolge nuovamente al mondo un appello appassionato a ricevere e a donare quell'amore incessantemente offerto dal "Padre delle misericordie": "Pace! Pace! Riconciliatevi!".

L'invito di Maria al perdono si esprime in tre direzioni fondamentali:
1. la purificazione del cuore mediante un radicale cammino di conversione a Dio, per poter accogliere in pienezza il dono dell'Amore misericordioso offerto agli uomini dal Padre "Dives in misericordia".
2. La capacità di chi ha accolto l'Amore perdono, "effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito", di offrirlo incondizionatamente al prossimo nelle concrete situazioni esistenziali.
3. La disponibilità all'accoglienza incondizionata del fratello, per amore del Figlio di Dio presente in lui, anche se crocifisso e sepolto da pesanti strati di peccato e da insopportabili limiti umani.

È questa la "Via santa" che ci viene indicata da Maria, attraverso cui la vita della SS. Trinità può concretamente riversarsi sulla terra e, mediante l'accoglienza di cuori umili ed aperti al dono di grazia, effondersi in un torrente di luce spirituale di pace e di salvezza sul mondo intero. È questo il "grande sacrificio" gradito a Dio, cui ci richiama instancabilmente la Regina della Pace nei suoi messaggi: "Cari figli, desidero ringraziarvi per tutti i sacrifici e vi invito al più grande sacrificio: il sacrificio dell'amore… vi invito a cominciare a vivere l'amore nei vostri cuori" (Mess.27.03.86), "Vi invito a portare sempre la concordia e la pace… con l'amore cambiate in bene tutto ciò che Satana vuole distruggere e di cui vuole appropriarsi" (Mess.31.07.86), "…Che l'amore prenda il sopravvento in tutti voi, non però l'amore umano, ma l'amore divino" (20.11. 86).

La Madonna tuttavia, in perfetta consonanza alla norma evangelica: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono" (Lc 6, 27-28), ci invita ad andare oltre il semplice perdono delle offese ricevute, per condividere gli stessi livelli di Amore puro e infuocato presenti nel Suo Cuore Immacolato: "…desidero che amiate tutti, buono e cattivi, col mio amore. Solo così l'amore prenderà il sopravvento nel mondo" (Mess. 25/05/88), invitandoci addirittura ad implorare da Dio la grazia "di amare ogni uomo come Lei stessa ha amato Gesù" (Preghiera alla Madre di bontà, di Amore e di misericordia" dettata a Jelena, Giovedì Santo 1984).
La Regina della Pace desidera inoltre che le anime siano pienamente risanate e liberate dalle devastanti conseguenze del peccato, che nel corso della storia personale di ciascuno ha inevitabilmente scavato ferite più o meno profonde nei cuori, appesantendoli e rendendoli incapaci di un'autentica esperienza di comunione con Dio e con i fratelli.
Maria ci guida ad una profonda guarigione interiore. La Madonna vuole guidarci su un cammino di guarigione dei livelli più profondi e malati dell'anima, per introdurci gradualmente, mediante una sempre più radicale purificazione del cuore, nella gioia ineffabile di una comunione infuocata con la SS. Trinità: "Vi invito a preparare il cuore per questi giorni in cui il Signore desidera in modo particolare purificarvi da tutti i peccati del vostro passato. Voi, cari figli, non potete farlo da soli, perciò sono qua io ad aiutarvi. Pregate, cari figli, così potrete conoscere tutto il male che sta in voi e presentarlo al Signore, in modo che il Signore possa purificare del tutto i vostri cuori." (Mess. 25/06/88).
In numerosi messaggi la Madonna, per poter realizzare un serio e concreto cammino di purificazione interiore, ci ricorda anche l’importanza fondamentale della dimensione propriamente sacramentale del perdono, mediante la pratica impegnata e frequente della confessione (Messaggi del 6 agosto 1982, dicembre 1983, 25 marzo 1985, 7 novembre 1983, 25 febbraio 1987, 25 gennaio 1995 etc.).
Il cammino di purificazione profonda che la Madonna ci propone, richiede tuttavia la disponibilità incondizionata non solo ad accogliere l’amore e il perdono donati da Dio, ma a diventare strumenti autentici e attivi della misericordia del Padre per gli altri fratelli. Per questo occorre una svolta fondamentale che ci conduca da un livello del semplice perdono donato e ricevuto, ad una decisione libera e matura di offrire la vita a Dio per la salvezza del mondo. Questo rappresenta un passo fondamentale nella pedagogia concreta della Regina della Pace offerta a Medjugorje: "Cari figli… sapete che vi amo e per amore vengo qua per mostrarvi la strada della pace e della salvezza delle vostre anime… Testimoniate con la vostra vita e sacrificate le vostre vite per la salvezza del mondo. Io sono con voi e vi ringrazio…" (Mess. 25/02/88).

Solo mediante l’offerta incondizionata della vita si arriva ad accogliere in pienezza il perdono donato dal Padre. Infatti, l’amore di Dio è uno solo e lo possiede realmente soltanto chi lo dona agli altri. Solo così è possibile vivere con verità e pienezza il precetto evangelico: "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro" (Lc 6, 36) e l’altro altrettanto esigente: "Questo e il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15, 12-13). Qui risiede il nucleo vero e l’essenza più profonda della chiamata spirituale di Maria a Fatima e a Medjugorje, ed è questa anche la nota spirituale caratteristica che si riscontra nei grandi testimoni della santità suscitati dallo Spirito in questo secolo (S.Teresa del B.G., S.Faustina Kovalska, Madre Speranza, P.Massimiliano Kolbe, P.Pio da Pietrelcina, etc.). Ci sembra un segno luminoso di grande speranza che il Giubileo del terzo millennio, "l’anno di grazia del Signore", sia stato misteriosamente preparato, attraverso la presenza speciale di Maria tra gli uomini, da una straordinaria effusione dell’Amore misericordioso del Padre sul mondo.
La prospettiva della finale vittoria dell’amore di Dio e del perdono rischiara ora come non mai, con la vivissima luce dell’Agnello Immolato la via regale di chi è pronto a dare il proprio assenso incondizionato alla chiamata di Maria, per il definitivo trionfo del suo Cuore Immacolato su ogni potenza di tenebra presente nei cuori e nella storia degli uomini.

Fonte: http://medjugorje.altervista.org/doc/altri_doc_preghiera//16-perdono.php

giovedì 28 maggio 2015

Cose da non credere e da non fare per chi si reca a Medjugorje


Catechesi padre Barnaba Hechich




CIO’ CHE NON VA
A Medjugorje e nell’ambito della pietà che nel mondo si sta sviluppando alla luce del messaggio di Medjugorje, sto notandoda un pò di tempo in qua, alcune forme negative di comportamento che vorrei mettere in evidenza allo scopo di provocare utili riflessioni e positive correzioni.
padre-barnaba1. QUANTO AI MESSAGGI TERRIFICANTI
In primo luogo, sempre più frequentemente vengono diffusi opuscoli e volantini, ciclostilati o stampati, in cui si parla di presunte apparizioni, rivelazioni e locuzioni celesti (più o meno collegate con Medjugorje), che annunciano imminenti castighi ed eventi catastrofici, in punizione dei delitti e dei peccati che si commettono nel mondo. Quali portavoce di tali “messaggi” terrificanti vengono genericamente indicate persone di varia estrazione mistica, “una persona pia”, “un’anima devota’, “una religiosa di santa vita”, “una veggente che vuole conservare l’anonimato”, ecc.
Il più delle volte si tratta di individui psichicamente deboli, magari sinceramente mossi da religioso sdegno contro i disordini morali che affliggono la società moderna e la chiesa di Dio. Nel loro zelo e nel loro desiderio di estirpare i mali queste persone ricorrono allo stile “apocalittico”, alle minacce, allo spauracchio. Si tratta ovviamente di invenzioni fantasiose, ma talvolta questi scritti sono frutto di una inconscia e malata persuasione – lentamente maturata nei più reconditi anfratti della psiche – di essere destinatari e portavoce di locuzioni dall’alto (da Dio, dalla Madonna, a angeli o da santi.
In presenza di tali fenomeni della coscienza umana, bisogna osservare che il nostro Dio è il Dio della pace, della gioia, della serenità, dell’amore. Dio non ci vuole vedere nell’inquetudine; Egli ispira fiducia, non terrore. La rivelazione neot stamentaria ci ha fatto conoscere un Dio che, con cuore di padre e di madre ci ama e ci vuole salvi. Gesù ci chiama, sì, alla conversione; ci attira però a sè non con le minacce, ma con l’amore, dall’alto della sua croce (cfr.Gv 12,32). Egli suscita in tutti confidenze e abbandono totale.
Coloro che, sia pure con intenzione retta, pretendono di convertire il mondo inventando visioni o messaggi celesti, minacciando cataclismi, e con ciò seminando panico tra la gente, sono “falsi profeti”, non ispirati da Dio, ma subdolamente ingannati da Satana. E se Dio, nella Bibbia, ha ispirato agli autori sacri lo stile apocalittico, se in via eccezionale Dio lo può usare ancora, con ciò non siamo autorizzati noi ad usarlo. Con le minacce nostre, incautamente attribuite a Dio o a qualche rivelazione, la gente non si converte, ma perde la fede perché è portata a pensare a un Dio tiranno e cattivo’ Le minacce da noi inventate non producono amore, ma terrore, delusione, sfiducia, rabbia, ribellione.
S.Paolo stesso ci esorta “a non lasciarci facilmente confondere e turbare da pretese ispirazioni. Nessuno – Egli dice – vi inganni in alcun modo! (2Tess 2,2). Infatti “Dio non ci ha dinati alla sua collera, ma all’acquisto della salvezza per mazzo del Signore N.Gesù Cristo, il quale è morto per noi, per chè, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con Lui” (1 Tess 5,9-10).
Frasi come questa: “In questi giorni il Signore, apparendo e unenima devota, Le ha detto…” o altre simili, in cui,sotto pseudonimi o dietro l’anonimato,vengono propagandati come voci del cieio i propri convincimenti, non meritano attenzione,e i volantini che le contengono vanno cestinati senza esitazione.


2.NON MASSACRARE I VEGGENTI
Un secondo tipo di comportamento, che -a dir poco— vorrei chiamare sconcertante, è quello di alcuni pellegrini, specialmente italiani, che si recano a fare visita ai veggenti nelle loro case. Si tratta di quei pellegrini petulanti, che non hanno nessun rispetto per la capacità di resistenza fisica e umana dei veggenti, per la “privacy” delle loro famiglie, per la loro stessa personalità.
Accanto a domande legittime e giuste su ciò che è la sostanza dei messaggi e sull’esperienza personale dei vegganti si fanno domande assurde ed incredibili: sembra quasi che quelcuno abbia scambiato la Madonna per un’impiegata che stia allo sportello di un ufficio informazioni.
Altri ancora, anziché lasciare al capo-gruppo il compito di raccomandare il gruppo stesso alle preghiere dei veggenti e al la protezione della Madonna, vorrebbero raccontare per filo e per segno ai veggenti tutte le loro sofferenze e i loro problemi. Quando si pensa che, in una giornata, da Marija e da Vicka arrivano migliaia di persone, se ognuna raccontasse loro in dettaglio le proprie situazioni, i veggenti dovrebbero trasformarsi in supermoderni compiuters per memorizzare tutte le particolarità che vengono loro raccontate.
La Madonna conosce le necessità di ognuno. E’ quindi inutile affannarsi a raccontare ai veggenti quello che la Madonna già sa! Altri pellegrini scambiano i veggenti con la Madonna stessa: cercano infatti di toccarli, di baciarli, di accarezzarli, di strofinarsi addosso a loro, ecc. Ritengono forse che il contatto diretto porti fortuna o procuri maggiori grazie? Dio non ha bisogno di corpi intermedi per compiere le sue meraviglie’.

3.NON VOLER LASCIARE IL SEGNO DEL TUO PASSAGGIO
Un terzo aspetto negativo è quel diffuso esibizionismo pseudoreligioso, che compare frequentemente anche in altri luoghi di preghiera e di culto, che induce le persone, desiderose di lasciare un segno della loro generosità, a pretendere una destinazione precisa delle loro offerte.
Alcuni arrivano al punto di voler imporre al personale della parrocchia le loro soluzioni e i loro punti di vista. Assistiamo così al disgustoso proliferare di tali impronte personali: immagini, quadri, statue, croci, rosari, scritte, lapidi vengono collocati da privati nella chiesa, nella canonica, nei dintorni, sul Podbrdo, sul Kricevac e in altre zone del territorio parrocchiale, senza alcuna autorizzazione o consultazione coi responsabili della parrocchia, senza alcun criterio di opportunità o di pianificazione in vista di futuri sviluppi. I padri sono troppo occupati, non hanno tempo di pensare a queste cose, non hanno autorità sui luoghi estranei alla proprietà parrocchiale; ed ecco che alcuni se ne aprofittano per “immortalarsi” con qualche segno o monumento, collocato a proprio capriccio nei posti più impensati e più inopportuni.

4.NON PROFANARE IL LUOGO SACRO NE’ LA CONFESSIONE.
Un diffuso permissivismo induce alcuni turisti delle spiagge dalamte, ma anche alcuni pellegrini sconsiderati, a recarsi a Medjugorje e a circolarvi in abbigliamento assolutamente sconveniente per un luogo così sacro. Senza voler essere puritani, bisogna in ogni caso dire che pantaloncini troppo corti, scollature e minigonne vertiginose non fanno certamente onore alle persone interessate. I padri della parrocchia il più delle volte non possono intervenire; ma ognuno dovrebbe avere il buonsanso e il buongusto di vestirsi secondo le esigenze del luogo e la modestia cristiana.

5. Vorrei infine rivelare ancora un aspetto negativo di comportamento che riscontro a Medjugorje. Ascoltando a più riprese e in varie lingue le confessioni sul prato accanto ella chiesa e confrontando gli atteggiamenti dei pellegrini di varie nazionalità, ho fatto nel mio intimo qualche riflessione sul modo di confessarsi dei medesimi. Ho constatato che molti italiani non sanno confessarsi. Era una mia impressione, che per molto tempo non osai comunicare ad altri. Un giorno se ne parlò in comunità, coi padri di Medjugorje e con quelli dei conventi vicini che vengono lì per aiutare. Con mia meraviglia mi resi conto che la stessa impressione l’avevano avuta anche loro. Le osservazioni più ricorrenti erano queste: “Gli italiani confessano più volentieri i peccati altrui che i propri. Molti, anziché riconoscere i propri peccati, cercano di giustificarli o di attenuarne la responsabilità; molti dimostrano di aver più bisogno del psicoterapeuta che del confessore’.
Sono alcuni aspetti di vita, che non vorrei più vedere a Medjugorje. Capisco: di fronte a milioni di pellegrini pieni di fede e desiderosi di autentica conversione, i comportamenti da me registrati sono poca cosa. Ma l’averli segnalati potrà indurre qualcuno che si reca a Medjugorje, ad atteggiamenti più consoni alla pietà, all’umiltà e alla fiducia in Dio.
P. Barnaba Hechich, francescano del Pontificio Ateneo Aritonianum

Fonte:http://www.lalucedimaria.it/tutto-cio-che-no-va-a-medjugorje-catechesi-padre-barnaba-hechich/

martedì 26 maggio 2015

Rete 4, stasera "La strada dei Miracoli" si parlerà....


Rete 4, stasera nuova puntata de "La strada dei Miracoli"

Si parlerà della storia della Madonnina di Giampilieri, con la testimonianza di Pina Micali

di Ludovica Vavalà
ROMA – Il nuovo appuntamento con “La strada dei Miracoli”, condotto da Safiria Leccese va in onda oggi, martedì 26 maggio, in prima serata su Retequattro. La puntata odierna si apre con la storia della Madonnina di Giampilieri e la testimonianza di Pina Micali, la cui casa è diventata meta di preghiera e devozione.
GLI ALTRI – A seguire, il programma propone il racconto della straordinaria vita di Madre Teresa di Calcutta. Tra gli altri temi della puntata, il controverso fenomeno degli esorcismi... con PADRE AMORTH e la sorprendente storia di vita di Giusy Versace.
GLI OSPITI – Rari documenti e ospiti in studio, tra questi Don Davide Banzato e Alessandro Cecchi Paone, completano le proposte de “La strada dei Miracoli”.

lunedì 25 maggio 2015

Messaggio del 25 maggio 2015 dato a Marija a Medjugorje



"Cari figli! Anche oggi sono con voi e con gioia vi invito tutti: pregate e credete nella forza della preghiera. 

Aprite i vostri cuori, figlioli, affinché Dio vi colmi con il suo amore e voi sarete gioia per gli altri.
 La vostra testimonianza sarà forte e tutto ciò che fate sarà intrecciato della tenerezza di Dio.
 Io sono con voi e prego per voi e per la vostra conversione fino a quando non metterete Dio al primo posto. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

sabato 23 maggio 2015

9° Giorno - NOVENA ALLO SPIRITO SANTO

NOVENA ALLO SPIRITO SANTO

La novena proposta da sant’Alfonso Maria de’ Liguori arricchita da altre bellissime meditazioni.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.
Vieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce, vieni Padre dei poveri, vieni Datore dei doni, vieni Luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima dolcissimo sollievo, nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. Oh Luce Beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli, senza la Tua forza nulla è nell’uomo, nulla è senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in Te confidano i Tuoi sette santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna, amen.

9 giorno: Offerta e invocazione
Spirito Santo sette-doniSiamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo; sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti del tuo nome; vieni a noi, assistici, vieni nei nostri cuori; insegnaci tu ciò che dobbiamo fare, mostraci tu il cammino da seguire, compi tu stesso quanto da noi richiesto. Sii tu solo a suggerire e a guidare le nostre decisioni, perché tu solo, con Dio Padre e con il Figlio suo, hai un nome santo e glorioso; non permettere che sia lesa da noi la giustizia, tu che ami l’ordine e la pace; non ci faccia sviare l’ignoranza; non ci renda parziali l’umana simpatia, non ci influenzino cariche e persone; tienici stretti a te
e in nulla ci distogliamo dalla verità; fa’ che riuniti nel tuo santo nome, sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme, così da fare tutto in armonia con te, nell’attesa che per il fedele compimento del dovere ci siano dati in futuro i beni eterni. Amen. (Sant’Isidoro di Siviglia)
Spirito Santo, divino consolatore! Io ti adoro come mio vero Dio, come Dio Padre e Dio Figlio.
Io ti offro il mio cuore tutto freddo com’è, e ti supplico di farvi entrare un raggio della tua luce e una scintilla del tuo fuoco, così da fondere il ghiaccio tanto duro delle sue iniquità. Tu che hai riempito d’immense grazie l’anima di Maria, e infiammato di un santo zelo il cuore degli Apostoli, degnati di incendiare anche il mio cuore. Che Maria, che ha ottenuto il vino delle Nozze di Cana, ci ottenga il vino dell’amore infinito, che inebriò d’estasi gli Apostoli nel santo giorno della Pentecoste. Che lo Spirito Santo, attraverso Maria, susciti nuovi apostoli inebriati dall’amore di Gesù Cristo. Tu sei uno Spirito divino, fortificami contro gli spiriti malvagi; tu sei un fuoco, illuminami col fuoco dell’amore; tu sei una luce, fammi conoscere le cose eterne; tu sei una colomba, donami delle abitudini pure; tu sei un soffio pieno di dolcezza, dissipa i temporali che sollevano in me le passioni; tu sei una lingua, insegnami la maniera di lodarti senza sosta; tu sei una nuvola, coprimi con l’ombra della tua protezione. Autore di tutti i doni celesti! Io ti scongiuro, vivificami con la tua grazia, santificami con la tua carità, governami con la tua saggezza, adottami come tuo bambino e salvami con la tua infinita misericordia, affinché io non smetta mai di benedirti, di lodarti e di amarti, durante tutta la mia vita sulla terra e, in seguito, in Cielo per tutta l’eternità.
Pater, Ave, 3 Gloria


MANDA IL TUO SPIRITO, SIGNORE, A RINNOVARE LA TERRA!


PREGHIAMO:
O Dio, nostro Padre, che ci hai aperto il passaggio alla vita eterna con la glorificazione del tuo Figlio e con l’effusione dello Spirito Santo, fa’ che, partecipe di così grandi doni, progredisca nella fede e mi impegni sempre più nel tuo servizio. Amen
Fonte:http://blog.studenti.it/biscobreak/2013/05/novena-allo-spirito-santo/

venerdì 22 maggio 2015

Dopo un incendio , la cassa e il corpo di S. Rita restano intatti

Nel 1457, per iniziativa delle autorità comunali, i primi miracoli di Santa Rita cominciano ad essere riportati nel Codex miraculorum (il Codice dei miracoli). Fra questi, troviamo quello cosiddetto maxime, ovvero il più straordinario: il miracolo di un cieco che riebbe la vista.

Il corpo di Rita non è mai stato sepolto, proprio per il forte culto nato immediatamente dopo la sua morte. Da subito, infatti, cominciano ad arrivare gli ex voto portati dai devoti. Vedendo tanta venerazione, le monache, decidono di riporre il santo corpo in una cassa. È a questo punto che Mastro Cecco Barbari s’incarica di costruire (più probabile: far costruire) la prima bara detta “cassa umile”.

Tra le carte del processo, si legge che: «dopo morta, dovendosi fare una cassa per riporre il corpo della Beata per li tanti miracoli che faceva, né trovandosi chi la facesse, un certo mastro Cicco Barbaro da Cascia, concorso se con le altre genti in detta chiesa per vedere il corpo della beata, ch’era struppio delle mani, disse “o’ se io non fussi struppiato, la farei io questa cassa”, e che dopo dette parole restò sano delle mani e fece la cassa…».

Mastro Cecco, nel vedere il corpo di Rita, immediatamente guarisce. Questa testimonianza ha un grande rilievo storico perché ci fa capire con chiarezza che la Beata, appena morta, viene portata nella chiesa senza cassa, sicuramente avvolta in un lenzuolo, per essere poi sepolta nel loculo delle monache. Ma la gente accorre continuamente per venerarla, impedendo così che le sue consorelle procedano al rito della sepoltura. Il corpo, quindi, resta così per qualche tempo e, intanto, si diffonde la voce che Rita compia dei miracoli.

Sempre nel 1457, a causa di un incendio divampato nell’oratorio, la cassa e il corpo rimasti intatti, vengono messi nel sarcofago, conosciuto come “cassa solenne”. Probabilmente, anche questa cassa viene fatta dallo stesso Cecco Barbari come ex voto oppure su commissione della sua famiglia, devotissima alla Beata. 

Questa cassa solenne, fatta a soli dieci anni di distanza dal trapasso di Rita, mostra la sua fama di santità già diffusa. Sopra, viene inserito un epitaffio commemorativo. Il corpo di Santa Rita viene poi spostato ulteriormente, fino a giungere nella bellissima cappella dentro la Basilica a lei intitolata. Oggi, la cassa umile si trova custodita all'interno della cassa solenne, nella cella di Santa Rita.
Fonte:http://www.santaritadacascia.org/santarita/santa-rita-primi-miracoli.php

8° GIORNO - NOVENA ALLO SPIRITO SANTO

NOVENA ALLO SPIRITO SANTO


La novena proposta da sant’Alfonso Maria de’ Liguori arricchita da altre bellissime meditazioni.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.
Vieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce, vieni Padre dei poveri, vieni Datore dei doni, vieni Luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima dolcissimo sollievo, nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. Oh Luce Beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli, senza la Tua forza nulla è nell’uomo, nulla è senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in Te confidano i Tuoi sette santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna, amen.
8 giorno: Umile supplica
spirito santo (2)Vieni, o Spirito Santo, dentro di me, nel mio cuore e nella mia intelligenza. Accordami la Tua intelligenza, perché io possa conoscere il Padre nel meditare la parola del Vangelo.
Accordami il Tuo amore, perché anche quest’oggi, esortato dalla Tua parola, Ti cerchi nei fatti e nelle persone che ho incontrato. Accordami la Tua sapienza, perché io sappia rivivere e giudicare, alla luce della tua parola, quello che oggi ho vissuto.
Accordami la perseveranza, perché io con pazienza penetri il messaggio di Dio nel Vangelo. (San Tommaso d’Aquino)

Spirito Santo, divino consolatore! Io ti adoro come mio vero Dio, come Dio Padre e Dio Figlio.
Spirito Santo, divino Paraclito, Padre dei poveri, consolatore degli afflitti, luce dei cuori, Santificatore delle anime, eccomi prostrato alla tua presenza; io ti adoro con la più profonda sottomissione e ripeto mille volte, con i Serafini che si tengono davanti al tuo Trono: “Santo! Santo! Santo!”. Io credo fermamente che tu sei eterno, e che procedi dal Padre e dal Figlio. Io spero che, grazie alla tua bontà, santificherai e salverai la mia anima. Io ti amo, o Dio d’amore! Io ti amo sopra ogni cosa, io ti amo con tutto il mio affetto, perché tu sei bontà infinita che merita tutto l’amore. E poiché, insensibile alle ispirazioni, ho avuto l’ingratitudine di offenderti con tanti peccati, io ti chiedo mille volte di perdonarmi e mi pento amaramente di averti rattristato, o amore infinito!
Pater, Ave, 3 Gloria

 Fonte:http://blog.studenti.it/biscobreak/2013/05/novena-allo-spirito-santo/

giovedì 21 maggio 2015

7° GIORNO - NOVENA ALLO SPIRITO SANTO

NOVENA ALLO SPIRITO SANTO

La novena proposta da sant’Alfonso Maria de’ Liguori arricchita da altre bellissime meditazioni.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.
Vieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce, vieni Padre dei poveri, vieni Datore dei doni, vieni Luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima dolcissimo sollievo, nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. Oh Luce Beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli, senza la Tua forza nulla è nell’uomo, nulla è senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in Te confidano i Tuoi sette santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna, amen.
7 giorno: Il dono della saggezza
spirito santo6Spirito Santo, che hai invaso l’anima di Maria per offrirci la prima campionatura di come un giorno  avresti invaso la Chiesa e collocato nei suoi perimetri il tuo nuovo domicilio, rendici capaci di esultanza. Donaci il gusto di sentirci «estroversi». Rivolti, cioè, verso il mondo, che non è una specie di Chiesa mancata, ma l’oggetto ultimo di quell’incontenibile amore per il quale la Chiesa stessa è stata costituita. Se dobbiamo attraversare i mari che ci distanziano dalle altre culture, soffia nelle vele perché, sciolte le gomene che ci legano agli ormeggi del nostro piccolo mondo antico, un più generoso impegno missionario ci solleciti a partire. Se dobbiamo camminare sull’asciutto, mettici le ali ai piedi perché, come Maria, raggiungiamo in fretta la città. La città terrena. Che tu ami appassionatamente. Che non è il ripostiglio dei rifiuti, ma il partner con cui dobbiamo «agonizzare» perché giunga a compimento l’opera della Redenzione. (don Tonino Bello)
Spirito Santo, divino consolatore! Io ti adoro come mio vero Dio, come Dio Padre e Dio Figlio.
Io ti offro il mio cuore e ti rendo atti di grazia per tutti i benefici che hai riversato e che riversi ancora senza sosta sul mondo. Tu che sei l’Autore di tutti i doni soprannaturali e che hai riempito d’immenso piacere e di tutte le consolazioni l’anima della Beata Madre di Dio, io ti prego di visitarmi per la tua grazia e di accordarmi il dono della saggezza, affinché possa dirigere bene tutte le mie azioni, e rapportandole a Dio come mio fine ultimo, di modo che lo ami e lo serva come è giusto in questa vita, io abbia la felicità di possederlo eternamente nell’altra.
Pater, Ave, 3 Gloria

 Fonte:http://blog.studenti.it/biscobreak/2013/05/novena-allo-spirito-santo/

mercoledì 20 maggio 2015

6° GIORNO - NOVENA ALLO SPIRITO SANTO



NOVENA ALLO SPIRITO SANTO

La novena proposta da sant’Alfonso Maria de’ Liguori arricchita da altre bellissime meditazioni.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.
Vieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce, vieni Padre dei poveri, vieni Datore dei doni, vieni Luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima dolcissimo sollievo, nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. Oh Luce Beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli, senza la Tua forza nulla è nell’uomo, nulla è senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in Te confidano i Tuoi sette santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna, amen.

6 giorno: Il dono dell’intelligenza
O Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, ispirami sempre ciò che devo pensare, ciò che devo dire e come devo dirlo. Ciò che devo tacere, ciò che devo scrivere, come devo agire e ciò che devo fare, per cercare la tua gloria, il bene delle anime e la mia santificazione. O Gesù è in te tutta la mia fiducia. (Card. Mercier)
Spirito Santo, divino consolatore! Io ti adoro come mio vero Dio, come Dio Padre e Dio Figlio.
Io ti offro il mio cuore e ti rendo atti di grazia per tutti i benefici che hai riversato e che riversi ancora senza sosta sul mondo. Tu che sei l’Autore di tutti i doni soprannaturali e che hai riempito d’immenso piacere e di tutte le consolazioni l’anima della Beata Madre di Dio, io ti prego di visitarmi per la tua grazia e di accordarmi il dono dell’intelligenza , affinché io possa capire bene i misteri divini e, attraverso la contemplazione delle cose celesti, distogliere i miei pensieri e i miei affetti da tutte le vanità di questo misero mondo.
Pater, Ave, 3 Gloria
Fonte:http://blog.studenti.it/biscobreak/2013/05/novena-allo-spirito-santo/

martedì 19 maggio 2015

In Umbria la piccola Lourdes di Madre Speranza - Collevalenza

L'Acqua del Santuario dell'Amore Misericordioso
La Madre Speranza giunse nella frazione di Collevalenza, con il consenso del Vescovo di Todi Mons. Alfonso Maria De Sanctis, il 18 agosto 1951, insieme ai primi Figli dell'Amore Misericordioso e ad una piccola comunità di Ancelle.
Vi giunse condotta dalla Divina Provvidenza e già consapevole, per grandi linee, di ciò che avrebbe dovuto realizzarvi. Nel suo Diario infatti, in data 14 maggio 1949, si legge di una singolare premonizione: con l'aiuto divino e a prezzo di non pochi sacrifici, ella avrebbe realizzato un magnifico complesso incentrato attorno ad un Santuario dedicato all'Amore Misericordioso del Signore, comprendente anche strutture per l'accoglienza di pellegrini, di infermi e di Sacerdoti. Il tutto al fine di costituire un centro di richiamo per tante anime.
Non passò, infatti, molto tempo che, a poca distanza dal paese, si iniziarono ad inaugurare le nuove costruzioni: la Casa dei fam nel 1953; il Seminario minore nel 1954; la Cappella del Crocifisso nel 1955. Questa medesima Cappella fu poi eretta canonicamente come "Santuario dell'Amore Misericordioso" da Mons. De Sanctis, il 1° ottobre del 1959.
Frattanto il futuro dell'Opera andava chiarendosi anche per i Religiosi che stavano a fianco della Madre Speranza come primi discepoli e collaboratori. Un verbale comunitario, datato 28 aprile 1957, attesta:
"... La Madre, seguìta da alcuni fam, si reca a vedere un appezzamento di terreno e ci dice molte cose che meritano di essere scritte e tramandate...
Collevalenza diventerà qualcosa di grande. Come Lourdes è oggi meta di pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi e dovunque conosciuta mentre ieri (la zona della grotta) era una squallida campagna, così domani nell'antico "roccolo" di Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande Santuario dell'Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si rinnoveranno prodigi non meno che a Lourdes... Tutto ciò però quando la Madre non sarà più su questa terra"
Benché in queste righe non si parli ancora né di acqua, né di piscine, l'esplicito riferimento a Lourdes fa già intravedere gli sviluppi successivi.
Collevalenza diventerà qualcosa di grande... meta di pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi... nell'antico "roccolo" di Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande Santuario dell'Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si rinnoveranno prodigi... Tutto ciò però quando la Madre non sarà più su questa terra".

Si può dire che il piccolo paese di Collevalenza, nella sua storia, abbia sempre sofferto per la mancanza di acqua potabile; e in quegli anni il Comune di Todi cercava di supplirvi con erogazioni periodiche a mezzo di autobotti.
In questo contesto, la volontà divina in merito al Pozzo e alle Piscine si fece esplicita: si era agli inizi dell'anno 1960. Le circostanze vengono egregiamente descritte dalla Segretaria Generale delle Ancelle: "Nostra Madre ha ricevuto l'ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è stato indicato il punto dove troverà l'acqua necessaria. Nostra Madre, sempre fedele ai comandi di Colui che non sbaglia, né dà ordini in maniera vana, si dispone ad iniziare un pozzo lì dove le è stato detto che troverà l'acqua, cioè a fianco della futura "Basilica dell'Amore Misericordioso", tra questa e la futura "Casa della Giovane"". Più oltre prosegue: "Al "nemico del bene" urta che si progettino delle piscine per il bagno dei malati (la qual cosa fa ben comprendere come queste piscine produrranno tanto del bene), e contrasta in ogni modo a nostra Madre a causa del pozzo, e la minaccia dicendole che se farà uso della trivella, la romperà; che romperà tutte quelle che verranno portate e non ce ne saranno a sufficienza in tutta l'Umbria".
E in effetti l'escavazione del Pozzo fu, a dir poco, snervante sia per la profondità che si dovette raggiungere (122 metri), sia per la serie, umanamente inspiegabile, di complicazioni meccaniche e tecniche che si verificarono; per la Madre Speranza, poi, si aggiunsero numerose vessazioni del maligno. I lavori dell'intero progetto durarono precisamente 10 mesi: dal 1° febbraio al 1° dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata sull'apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice.
Si iniziò la perforazione del Pozzo con una trivella a mano, azionata da uno dei Religiosi, con la quale si raggiunse la profondità di 9 metri. Successivamente, ai primi di marzo, si conferì l'incarico all'impresario locale Giuseppe Salici il quale, dopo aver anch'egli adottato una trivella (spezzatasi a 12 metri di profondità), proseguì fino a 23 metri realizzando un "pozzo romano". Non potendo proseguire oltre con tale tecnica, ai primi di aprile, ci si accordò finalmente con una ditta specializzata, per la perforazione di un pozzo artesiano: la ditta Guido De Togni di Isola della Scala (VR).
Quando il dubbio iniziava già a serpeggiare anche in casa e i commenti di molti all'esterno si facevano malevoli, nel pomeriggio del 6 maggio, la sonda di perforazione, dopo essere rimasta incagliata in profondità per più di un'ora, finalmente incontrò un'abbondante falda acquifera, a 92 metri: fu una vera liberazione!
In quella occasione la Madre Speranza, andata in estasi presso il Pozzo, pronunciò parole di commosso ringraziamento e di fiduciosa implorazione.
Altre falde acquifere furono poi trovate a 114, 120 e 122 metri.
Meno problematica, invece, fu la realizzazione delle Piscine, progettate dall'architetto Julio Lafuente, e la sistemazione dell'area circostante: gettate le fondazioni il 22 agosto, tutto fu ultimato per il 1° dicembre dei quello stesso anno.

E' questo sicuramente il punto più importante del discorso: comprende il nesso che intercorre tra le piscine ed il Santuario; e, più in particolare, le finalità specifiche per le quali la Divina Provvidenza ha voluto quest'Acqua.
Per dare risposta a queste domande esiste una sola via: ricorrere a tutto ciò che la Madre Speranza ha detto o ha scritto al riguardo, quale autorevole interprete dei voleri divini; perlomeno fare riferimento almeno alle cose più essenziali che Essa ha detto.
La risposta più autorevole, probabilmente, ci viene dalla "pergamena" che il giorno 14 luglio 1960 fu gettata con apposito contenitore in fondo al Pozzo, durante una sobria cerimonia a metà circa dei lavori. Si tratta di parole ricevute dalla Madre Speranza durante un'estasi del 3 aprile precedente, aventi fin dall'intestazione un valore particolarmente ufficiale. Dice il testo:
"Decreto. A quest'acqua e alle piscine va dato il nome del mio Santuario. Desidero che tu dica, fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di tutti coloro che ricorrono a te, che usino quest'acqua con molta fede e fiducia e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; e che prima passino tutti a curare le loro povere anime dalle piaghe che le affliggono per questo mio Santuario dove li aspetta non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre che li ama, perdona, non tiene in conto, e dimentica"..
Da qui, appunto, trae ispirazione una delle frasi scolpite sulla facciata delle Piscine: "Usa quest'acqua con fede e amore, sicuro che ti servirà di refrigerio al corpo e di salute all'anima".
Le finalità taumaturgiche di quest'Acqua e la sua interdipendenza con l'azione pastorale del Santuario sono parimenti espresse nella "Preghiera per il Santuario", composta dalla stessa Fondatrice:
"... Benedici, Gesù mio, il tuo grande Santuario e fa che vengano sempre a visitarlo da tutto il mondo: alcuni a domandarti la salute per le proprie membra straziate da malattie che la scienza umana non sa curare; altri a chiederti perdono dei propri vizi e peccati; altri, infine, per ottenere la salute per la propria anima annegata nel vizio... E fa, Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi dalla malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime dalla lebbra del peccato mortale e abituale".
Ulteriori precisazioni sulle finalità dell'Acqua ci vengono da altre parole della Madre Speranza. Il 6 febbraio del 1960, quando ancora si era ai primi tentativi di perforazione del Pozzo, partecipando ad un atto comunitario con i suoi Religiosi, così illustrò loro gli scopi dell'Opera: "La Madre... prende occasione per dirci che nell'orto si dovrà trovare l'acqua e che questa dovrà alimentare le Piscine dell'Amore Misericordioso; che a quest'acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi, figure delle anime in peccato mortale e in peccato veniale abituale".
Questi concetti tornano, ancor meglio sviluppati, nell'estasi avuta presso il Pozzo il 6 maggio, giorno del rinvenimento della prima falda acquifera:
"... Ti ringrazio, Signore! Dà la forza a quest'acqua di guarire il cancro e la paralisi, uno figura del peccato mortale e l'altra del peccato abituale... Il cancro uccide l'uomo, lo disfa; la paralisi lo rende inutile, no lo fa camminare... Dà all'acqua la virtù di far guarire i malati, i malati poveri che non hanno mezzi, anche con una sola goccia d'acqua... Sia quest'acqua la figura della tua grazia e della tua misericordia".
Occorre ancora precisare che, tra le diverse forme di cancro, la Madre Speranza capì chiaramente che occorreva fare una specifica menzione per la leucemia.

Benché nel novembre del 1960 fosse ormai tutto pronto (Pozzo, Piscine e persino il personale sanitario) la Provvidenza volle che l'uso delle Piscine fosse consentito solo dopo una attesa lunga di 18 anni.
Piuttosto che accennare a questo episodio con la pretesa di individuare responsabilità o titubanze di singoli uomini, è certamente più opportuno limitarsi a rilevare come anche in questa circostanza rifulse "la fede della Madre, l'immolazione della sua obbedienza, il suo pieno abbandono al mistero della divina volontà".
Furono certamente ispirate, a questo proposito, le considerazioni fatte in quei giorni da Mons. Norberto Perini, arcivescovo di Fermo, che era di passaggio a Collevalenza: "(Egli) conferisce con la Madre e la esorta ad aver tanta fiducia e perseveranza perché l'opera del Santuario e delle piscine, essendo un'opera di Dio, se pure attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti e il Signore stesso si incaricherà di rimuovere gli ostacoli e superare le difficoltà".
E infatti, con lettera del 19 novembre 1978, il Vescovo di Todi Mons. Decio Lucio Grandoni concedeva il permesso dell'uso delle Piscine a decorrere dal 1° marzo dell'anno successivo. La lettera si chiudeva con questo auspicio: "Confido con questo atto, che pongo nelle mani di Cristo Re, di aver corrisposto alla volontà divina".
I 18 anni di attesa non furono certamente inoperosi. In essi si poterono completare tutte le altre strutture del complesso: la Casa della Giovane nel 1962; la nuova Basilica nel 1965; la Casa del Pellegrino nel 1967; la Casa per gli Infermi nel 1973.
E l'Acqua del Santuario, che nel frattempo veniva regolarmente attinta a livello "privato", iniziò subito a svolgere la sua azione taumaturgica.

Per una migliore comprensione conviene ricordare ciò che accadde al Pozzo il giorno 14 settembre 1960, festa liturgica dell'Esaltazione della S. Croce. Da una ventina di giorni si cercava di capire come mai l'acqua venisse molto torbida e quale potesse essere la tecnica d'intervento più adatta a superare l'inconveniente. D'improvviso, alle 9,30 del mattino, alla presenza della Madre Speranza e di alcuni testimoni, il pozzo si illuminò all'interno, per un paio di minuti, cosicché tutti poterono vedervi dentro, chiaramente, fino al fondo. Si scorse anche un rigagnolo fangoso che da una certa altezza si riversava sull'acqua sottostante rendendola torbida.
E' possibile vedere in questa circostanza davvero singolare una sorta di "segno catechetico"? Probabilmente, sì. Anche il "pozzo del dolore" che generalmente è oscuro e melmoso può rischiararsi e purificarsi: questo può avvenire o attraverso un pieno ristabilimento, frutto dell'onnipotenza divina, o attraverso una serena ed esemplare accettazione del proprio male, fino a far propria l'eroica espressione della Madre Speranza: "Ti ringrazio, o Signore, che mi hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire"..
Questa, dunque, sembra essere la missione assegnata dalla Divina Provvidenza all'Acqua e alle Piscine del Santuario: illuminare "il pozzo della sofferenza" con la luce radiosa della grazia o, addirittura, con la luce sfolgorante di una piena guarigione, cosicché anche il malato possa sentirsi, in ogni caso, oggetto delle predilezioni dell'Amore Misericordioso del Signore.


FEBBRAIO
1 febbraio 1960 Nell'orto, nel terreno che resterà tra la Basilica e la Casa della Giovane, la Madre fa iniziare la trivellazione di un pozzo per trovare acqua.
6 febbraio 1960 Sabato, pomeriggio. La Madre, a colloquio con i Padri, prende occasione per dirci che nell'orto si dovrà trovare l'acqua e che questa acqua dovrà alimentare le Piscine del Santuario dell'Amore Misericordioso, che a questa acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi, figure delle anime in peccato mortale e nel peccato veniale abituale.
MARZO
4 marzo 1960 Alle ore 11,45 si è spezzata la trivella mentre lavorava a circa 12 metri di profondità. La Madre si era portata sul posto per pregare lì e scongiurare dal Signore la rottura della trivella. Il Signore ha permesso ugualmente che la trivella si rompesse e allora la Madre ha acconsentito a non proseguire più con le trivelle ma a fare direttamente un pozzo romano.
5 marzo 1960 Salici Giuseppe inizia la realizzazione di un pozzo romano per la ricerca dell'acqua.
30 marzo 1960 Alle 9,45 si cava la prima acqua dal pozzo: è presente anche la Madre. I muratori (sono circa a 22 metri) ne mandano su una prima bottiglia di un litro: la Madre ne beve un sorso versandola sul palmo della mano; poi ne abbiamo bevuta tutti. Di quella che è avanzata, parte è nell'archivio del Santuario.
APRILE
7 aprile 1960 Non essendo più possibile proseguire il pozzo romano e nonostante il risultato negativo dei rilievi fatti mediante apparecchi elettrici da cui risulta che non c'è acqua nel terreno dalla Madre indicato, la stessa Madre vuole che si stipuli un contratto con la Ditta De Togni Guido di Isola della Scala (Verona) per una trivellazione sul posto.
8 aprile 1960 Arriva la prima macchina di trivellazione della Ditta De Togni, montata su un camion Dodge, guidato dal capo-sonda Bruno Benfatti, pure lui di Isola della Scala.
29 aprile 1960 La trivellazione del pozzo è a 83 metri di profondità.
MAGGIO
6 maggio 1960 Venerdì. Acqua nel pozzo per le Piscine, a 92 metri di profondità. La Madre sta pregando, piuttosto preoccupata perché la sonda è restata impegnata in fondo al pozzo, a circa 90 metri di profondità. La Madre dice alla Superiora di salire dalle suore e invitarle a pregare un Trisagio secondo l'intenzione della Madre (perché cioè si potesse disimpegnare la sonda); il padre Gino da disposizioni che tutti i ragazzi vadano in Chiesa a pregare un Trisagio per la stessa intenzione. Alle tre e cinquanta si va tutti in Chiesa e si prega il Trisagio. Alla fine del Trisagio si riesce a liberare la sonda e a riportarla alla superficie in modo da riprendere il lavoro. Verso le ore 17 lo stesso capo-sonda corre in casa a portarci la notizia di aver trovato tanta acqua a 92 metri; tanta che la sonda ha avuto un rientro di circa tre metri.
19 maggio 1960 Alle 10,45, a 114 m. di profondità si trova ancora tanta acqua che causa il "rientro" della sonda per circa tre metri; la nuova falda è molto più forte delle precedenti.
GIUGNO
14 giugno 1960 Difronte a nuove difficoltà nella sistemazione del Pozzo, la sera verso le 6 la Madre ci dice che ha promesso tre serie di Messe Gregoriane alle Anime Sante se entro la giornata di domani saranno superate le difficoltà.
15 giugno 1960 Senza fatica tutto procede regolarmente.
17 giugno 1960 Si cominciano le tre serie di Messe Gregoriane; una per le Anime Sante del Purgatorio; una seconda per il Religioso più bisognoso di suffragi; e la terza per l'Anima più bisognosa di suffragi.
LUGLIO
14 luglio 1960 La sera alle 19,30 la Madre, accompagnata dalle Suore, dai Padri, da un buon gruppo di persone di Collevalenza e da una rappresentanza di Assisi, va al pozzo per gettare nel fondo la pergamena ricordo.
Per l'occasione esorta tutto il popolo ad una grande fede e fiducia nell'Amore Misericordioso, preoccupandosi di rendere sempre più cristiana la propria vita. Alla fine si canta il Te Deum di ringraziamento.
AGOSTO
9 agosto 1960 Alle ore 8 iniziano i sondaggi del terreno per le fondazioni delle piscine. I lavori al pozzo procedono bene.
22 agosto 1960 Si gettano le fondazioni delle piscine, che saranno costruite su disegno dell'Arch. Lafuente. Al pozzo si è costretti di nuovo a ricavare la pompa e le camicie da 305 perché risultano di nuovo impegnate. La Madre parla di un'altra sorgente più in basso dei 122 m. e un po' laterale. Sua Eminenza il Card. Luigi Traglia visita il Santuario e si interessa del pozzo, delle piscine, di tutto.
SETTEMBRE
14 settembre 1960 Esaltazione della Santa Croce: alle 9,30, presenti la Madre, Madre Ascensione, Suor Sacrario, Padre Straffi, Padre Luigi e Ferruccio, d'improvviso il pozzo si illumina all'interno e tutti possono vedere fino in fondo, chiaramente: tubi, acqua, fondo del pozzo, sistemazione del ghiaietto, ecc. Più alto del pozzo senza camicia, quindi prima dei 73 metri, esterno alla camicia stessa, si vedeva scolare un rigagnolo di acqua torbida che andava ad infangare l'acqua della sorgente.
Ferruccio Bordacchini in una lettera del 15/9 così descrive il fatto: "... Vi faccio sapere che ieri alle ore 9 e 30 circa ero nel pozzo io, la nostra Madre, Madre Ascensione che sarebbe la sorella della Madre, un'altra Suora, Padre Luigi e P. Mario Straffi. In un certo momento mentre stavamo parlando cose del pozzo, la Madre prima ha guardato nel pozzo e alla profondità di 80 metri abbiamo venduto tutti l'acqua con il fondo del pozzo, tutto illuminato come se in fondo ci fosse una grande lampada che chiaro fino alla cima, questo chiaro è durato per circa due minuti poi tutto buio come sempre.
Creda pure caro Fratello io sono rimasto tanto impressionato, mi era preso un tremore che non potevo calmarmi, una grande emozione, perché una cosa simile non l'ho mai veduta, un miracolo vero e proprio. Siamo rimasti, quelli che eravamo lì, tutti sbalorditi...".
OTTOBRE
29 settembre 1960 La Madre mostra la sua preoccupazione per la organizzazione delle piscine; perché non debbano lamentarsi gravi inconvenienti serviranno per il personale alcune persone di tanta serietà e di tanta fiducia; in un primo momento è assolutamente indispensabile un medico e almeno un infermiere e una infermiera. Il medico dovrà assumersi la responsabilità di chi possa mettersi nelle piscine.
2 ottobre 1960 La Madre manda alcuni Padri in Alta Italia per cercare qualche medico, infermiere e infermiera per le piscine: al CUAMM di Padova (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari), Milano presso l'ALAM (Associazione di Laici in Aiuto alle Missioni) e presso la Scuola Convitto Professionale per Infermiere (a Milano-Niguarda). Da tutti ricevono buone speranze e l'assicurazione che nel breve giro di pochi giorni avrebbero dato conferma o meno.
17 ottobre 1960 Sulle piscine, ormai coperte, si issano la bandiera di Italia e la bandiera di Spagna.
NOVEMBRE
13 novembre 1960 La Madre chiama il Dr. Albino Frongia e gli dà ordini per la sistemazione della zona delle Piscine. Urge affrettare la consegna ultimata dei lavori. Da Carrara potrebbero arrivare la Statua di Maria Mediatrice, il Crocefisso e la Fontana per il giorno 29 c.m. Il muro che reggerà il Crocefisso dovrà essere lungo dalla fine delle piscine fino al muro in mattoni che delimita la nostra proprietà; lì ci verrà il cancello di chiusura, oltre il quale non potranno passare le macchine.
14 novembre 1960 Si iniziano le fondazioni della colonna per la Statua di Maria Mediatrice.
15 novembre 1960 Da Fermo viene l'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Norberto Perini; si interessa del pozzo e delle piscine; conferisce con la Madre e la esorta a tanta fiducia e perseveranza perché l'opera del Santuario e delle piscine, essendo un'Opera di Dio, se pure attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti.
30 novembre 1960 Trasportate da un camion con rimorchio, arrivano da Carrara le Statue di Maria Mediatrice, il Crocefisso, la Fontana, le strisce dei Dieci Comandamenti. La statua di Maria Mediatrice, alta tre metri, è stata offerta dalla Comunità della Casa Generalizia eam di Roma; il Crocefisso dalle Comunità delle Case di Spagna; la Fontana e i quattro Mosaici, che verranno sistemati all'interno delle Piscine, dalla Comunità delle Suore della Casa di Collevalenza.
DICEMBRE
1° dicembre 1960 Con una gru semovente della Rapida di Terni si colloca la statua della Madonna sulla colonna. La statua pesa circa 4 tonnellate. La Madre si mette gravissima per tre collassi cardiaci.

Signor mio e Dio mio,
per il tuo amore e per la tua misericordia,
guarisci noi che siamo tuoi figli
da ogni malattia, specialmente da quelle
che la scienza umana non riesce a curare
e fa che con il tuo aiuto
conserviamo sempre pura
la nostra anima da ogni peccato grave.

Per fare un retto uso dell'Acqua del Santuario di Collevalenza, occorre considerare bene i suoi significati spirituali e le ragioni per le quali la Divina Provvidenza ce l'ha donata per mezzo di Madre Speranza.

1. L'acqua, segno della Grazia.
L'acqua è uno di quegli elementi materiali che vengono utilizzati nella Bibbia per descrivere le realtà spirituali e soprannaturali:
  • L'acqua che lava è il segno della Graziadivina che purifica la nostra coscienza da ogni macchia di peccato (Tt 3,3-7).
  • L'acqua che disseta è il segno della Grazia divina che sazia la nostra sete interiore di verità e di pace (Gv 4,5-15; 7,37-39).
  • L'acqua che fertilizza è il segno della Grazia divina che ci rinnova il cuore e ci rende capaci di portare i "frutti dello Spirito" (Gal 5,16-25).

2. L'acqua, strumento della Misericordia.
Nella Bibbia l'acqua viene anche usata per compiere alcuni miracoli i cui destinatari a volte sono dei malati incurabili:
  • Il popolo d'Israele, guidato da Mosé, s'incammina in mezzo alle acque del Mar Rosso che si aprono e consentono il passaggio (Es 14,15-31).
  • Naaman, malato di lebbra, è invitato dal profeta Eliseo ad immergersi sette volte nel fiume Giordano per essere risanato (2 Re 5,1-19).
  • Il cieco nato viene segnato sugli occhi, con del fango, da parte di Gesù il quale poi gli dice: "Và a lavarti nella piscina di Siloe" (Gv 9,1-41).

3. L'origine dell' Acqua del Santuario.
In relazione alla storia del Pozzo che si trova a fianco della Basilica dell' Amore Misericordioso, occorre sapere che:
  • Madre Speranza ne volle fermamente la realizzazione non per iniziativa propria, ma per una chiara ispirazione di carattere soprannaturale.
  • La perforazione del Pozzo fu eseguita nell'anno 1960; la prima falda acquifera fu trovata a 92 metri; le altre a 114, 120 e 122 metri.
  • L'edificio che ospita le Vasche per l'immersione dei malati è stato realizzato nello stesso periodo e fa parte del medesimo "progetto".

4. Le finalità dell'Acqua del Santuario.
Per comprendere le finalità del Pozzo e delle Vasche, bisogna tener conto di ciò che Madre Speranza ha dichiarato a questo proposito:
  • Lei ha assicurato che per mezzo di quest'Acqua si rinnoveranno prodigi, cioè si opereranno guarigioni da "gravi infermità", anche incurabili.
  • E tra queste "malattie che la scienza umana non sa curare", lei ha nominato espressamente "la paralisi, il cancro, la leucemia".
  • In questo senso, l'Acqua del Santuario va considerata come un segno della Grazia e uno strumento della Misericordia del Signore.

5. L'Acqua in rapporto al messaggio del Santuario.
La speciale funzione di quest'Acqua è strettamente collegata con il messaggio spirituale proclamato presso il Santuario:
  • Il Signore vuole risanare anche da malattie incurabili per farci capire che la Sua Misericordia può guarirci da ogni forma di infermità spirituale.
  • Egli, infatti, ci risana dal "peccato veniale abituale" che è come una paralisi che ci blocca e non ci fa camminare sulla via del bene.
  • E ci cura, inoltre da ogni genere di "peccato mortale" che è come un cancro che ci corrode dal di dentro e ci distrugge.

6. Come disporsi ad usare l'Acqua del Santuario.
Stando così le cose, occorre seguire alcune indicazioni sul modo con cui adoperare quest'Acqua, per valorizzarla al meglio:
  • Prima di domandare la guarigione del corpo, occorre "curare le piaghe dell'anima", ricorrendo ai Sacramenti presso il Santuario, dove ci attende il "Padre che perdona, dimentica e non tiene in conto".
  • L'Acqua va utilizzata "con molta fede e fiducia", sostenendo la richiesta di guarigione con la preghiera, in particolare con la "Novena all'Amore Misericordioso", composta dalla stessa Madre Speranza.
  • E qualora la volontà di Dio disponesse in modo diverso rispetto alle richieste fatte, occorre aprirsi ad una serena accettazione della propria sofferenza, in unione alla passione del Signore.

7. Il discernimento dell'Autorità Ecclesiastica.
Vista l'assolutà particolarità dell'argomento, è necessario anche tener conto del giudizio espresso dall'Autorità Ecclesiastica:
  • All'inizio essa è statamolto prudente, fino a sospendere formalmente l'utilizzo delle Vasche per l'immersione dei malati.
  • Questo periodo di discernimento si è prolungato per più di diciotto anni, dal novembre del 1960 al marzo del 1979.
  • Oggi, l'Autorizzazione della Chiesa a svolgere questa particolare forma di apostolato è certamente una garanzia ulteriore per tutti.

Fa', Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi dalle malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime dalla lebbra del peccato mortale e abituale. Aiuta, consola e conforta, o Gesù, tutti i bisognosi; e fa' che tutti vedano in Te non un Giudice severo, ma un Padre pieno di amore e di misericordia, che non tiene in conto le miserie dei propri figli, ma le dimentica e le perdona.
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Signor mio e Dio mio, per il tuo amore e per la tua misericordia, guarisci noi che siamo tuoi figli da ogni malattia, specialmente da quelle che la scienza umana non riesce a curare; e fa' che, con il tuo aiuto, conserviamo sempre pura la nostra anima da ogni peccato grave.
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