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sabato 24 dicembre 2016

Il parto indolore della Vergine Maria

“Senza alcun dubbio dobbiamo affermare che la madre di Cristo fu vergine anche nel parto, poiché il Profeta (Is 7,14) non dice solo “Ecco la vergine concepirà”, ma aggiunge: “e partorirà un figlio”.
Il parto indolore non è dogma di fede, ma una conseguenza logica del dogma della verginità durante il parto. Secondo i santi Padri Gesù è uscito dal grembo di Maria nel medesimo modo in cui una stella col suo raggio passa il vetro, non lo rompe, ma lo illumina.Per questo i medesimi santi padri dicono che il parto di Gesù avvolse Maria nella luce e nella gioia.
L’integrità fisica di Maria “nel parto” è un aspetto che per molti appare secondario, anche per chi crede nella assoluta verginità di Maria. Spesso anzi si crede erroneamente che il parto di Maria seguì vie ordinarie, anche a causa di molti film sulla nascita di Cristo che descrivono una Madonna in preda alle contrazioni e piangente di dolore. Per questo credo sia necessario ascoltare la voce materna della Chiesa, dei santi e dei teologi.
“Esultò Maria nel sacratissimo tipo di parto, esulta la Chiesa in questa generazione dei suoi figli». L’aggettivo sacratissimo evoca l’opera dello Spirito, il medesimo sia per il concepimento di Cristo dalla Vergine che per il concepimento delle membra del suo Corpo nel fonte battesimale. È da notare anche il verbo esultò, relativo al parto di Maria, allusivo al fatto che fu senza dolori perché verginale” (Dal sito del Vaticano-Monsignor Corrado Maggioni, Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma)
Molti forse si chiederanno se un parto non ordinario come quello verginale di Maria possa sminuire il concetto di Maternità Divina della Madonna. Ma in realtà i fenomeni fisiologici che accompagnano il parto ordinario (lesioni, doglie, dolori, ecc.) non sono essenziali al concetto di vera maternità. Maria fu vera madre di Gesù, come tutte le madri lo sono dei loro figli; ma non lo fu come le altre madri: oltre che nel concepimento verginale, Ella fu diversa da esse anche nel parto verginale. Madre, infatti, è colei che concepisce e dà alla luce un figlio: questo, scientificamente, è il concetto di madre. Il modo poi di concepirlo e di darlo alla luce non appartiene all’essenza della maternità. Se il modo di dare alla luce un figlio fosse essenziale alla maternità, ne seguirebbe che la madre la quale da alla luce un figlio mediante parto cesareo, non sarebbe vera madre o pienamente madre di quel figlio: cosa dinanzi alla quale lo stesso buon senso si ribella. Tanto meno poi può dirsi parte essenziale della maternità il dolore del parto, dal momento che nello stato di giustizia originale (prima del peccato originale, dal quale Maria, novella Eva, è immune) le madri avrebbero dato alla luce i propri figli senza dolore, e anche oggi si parla di parto indolore ottenuto con mezzi farmacologici. Anche l’integrità corporale (la verginità materiale) è indubbiamente una perfezione, e perciò ha la sua reale, positiva importanza, in se stessa. Il fatto che Cristo abbia voluto rispettarla nascendo nella Madre sua, dimostra la squisita delicatezza del suo amore per la propria madre, alla quale non volle togliere, nel nascere da Lei, una tale perfezione. Cristo perciò volle che la Madre sua fosse una vergine perfetta, e perciò vergine non solo moralmente ma anche corporalmente. Negare la verginità corporale e ammettere in Maria SS. soltanto la verginità morale, equivale a negarle la perfetta verginità. Come il Verbo, nascendo dal seno del Padre, non lese minimamente la natura di Lui, così nascendo dal seno della Madre, non lese minimamente la perfetta verginità di Lei.
“Come Abramo viene appellato Padre, perché è sopra tutti i padri; come Paolo viene appellato l’Apostolo, perché è sopra tutti gli apostoli; così Maria viene appellata, fra tutte, la Vergine, e viene predicata dalla Chiesa “Vergine tra le vergini”. Ella fu sempre, “Vergine di corpo, vergine di anima, vergine di professione”. Ella fu ” il modello più completo della vergine ” la ” sola vergine insieme e madre “: ” Madre di Cristo e Vergine di Cristo ” (San Pietro Canisio) «Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre vergine, del Verbo Incarnato, il nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo». Papa Paolo VI
Ma vediamo come si esprime sul parto verginale di Maria San Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa, nella Summa Theologica:
“La donna che dà alla luce una carne comune perde la verginità. Ma quando nasce nella carne il Verbo, allora Dio custodisce la verginità, rivelandosi così come Verbo. Come infatti il nostro verbo mentale non corrompe la mente quando viene proferito, così neppure il Verbo sostanziale che è Dio, volendo nascere, viola la verginità”». «Cristo venne a togliere la nostra corruzione. Non era quindi opportuno che nascendo corrompesse la verginità della madre. Dice infatti S. Agostino (Serm. 121): “Non era giusto che violasse l’integrità con la sua nascita colui che veniva a sanare la corruzione”». «Era conveniente che colui il quale aveva comandato di onorare i genitori, nascendo non menomasse l’onore della madre». Ogni primogenito maschio che apre il seno materno sarà sacro al Signore (Lc 2,23). L’Evangelista “usa l’espressione ordinaria per indicare la nascita, e non già per dire che il Signore, uscendo da quel sacro seno che lo aveva ospitato e che egli aveva santificato, ne violasse la verginità. Perciò l’azione di aprire, attribuita al primogenito, non indica che Cristo abbia lacerato il velo del pudore verginale, ma indica la sola uscita della prole dal seno materno».
Alla difficoltà tratta invece dal fatto che un corpo fisico non può attraversare un altro corpo, San Tommaso d’Aquino risponde così:
«Cristo volle dimostrare la realtà del suo corpo in modo da manifestare insieme la propria divinità. Perciò mescolò insieme meraviglie e umiliazioni. Per mostrare la verità del suo corpo nacque da una donna, e per mostrare la sua divinità nacque da una vergine. Come infatti dice S. Ambrogio (Veni Redemptor Gentium): “Tale è il parto che si addice a Dio”».
S. Tommaso infatti ammette che la compenetrazione dei corpi è possibile per miracolo:
“Dobbiamo quindi affermare che tutti questi fatti sono stati compiuti dalla potenza divina miracolosamente. Di qui le parole di S. Agostino: “Dove interveniva la divinità, il corpo non si arrestava di fronte a porte sprangate. Poteva ben entrare, senza aprirle, colui che nacque lasciando inviolata la verginità di sua madre”. E Dionigi scrive, che “Cristo compiva in modo sovrumano le cose umane: e lo dimostra il concepimento miracoloso da una vergine e la solidità delle mobili acque sotto il peso dei suoi piedi terrestri”.” Il testo della Somma teologica di san Tommaso dice così: “Il dolore della partoriente è prodotto dal dilatarsi delle vie attraverso le quali deve uscire la prole. Ma abbiamo spiegato che Cristo uscì dal grembo della madre senza che questo si aprisse, e quindi senza dilatazione delle vie. Perciò nel suo parto non vi fu dolore di sorta, né corruzione alcuna, ma somma gioia, poiché ‘l’uomo Dio nasceva alla luce del mondo’, secondo le parole di Isaia 35,1: ‘La solitudine canterà come un giglio; canterà nella gioia e nel giubilo’” (III, 35, 7).
Il noto teologo mariano Renè Laurentin ci ricorda:
«Il mistero della verginità nel parto ci ricorda delle verità misconosciute e tuttavia essenziali al mistero cristiano: il corpo è parte integrante dell’uomo, è salvato da Cristo, associato a tutto il compimento della salvezza, promesso a un destino eterno. Fin da quaggiù il corpo è raggiunto dall’opera della grazia, poiché gli impulsi della nuova creazione sono all’opera (Rm 8,22), e Dio non ha mancato di manifestare talvolta nel suo corpo dei segni in forma di miracoli: il camminare sulle acque, la trasfigurazione e, per finire, la risurrezione. La verginità integrale della Madre di Dio appartiene all’ordine di questi segni (…)». «Quanto al parto indolore, che la Tradizione afferma senza contestazione dal IV secolo, è abbastanza paradossale che si sia cominciato a contestarlo al momento stesso in cui il progresso scientifico instaurava “il parto indolore” per tutte le donne. È strabiliante che certi teologi e predicatori abbiano cominciato a celebrare le sofferenze “crocifiggenti” di Maria alla nascita del Salvatore nel momento in cui le cliniche ostetriche si applicano a denunciare i dolori del parto come un mito alienante e disumanizzante. Il segno del parto indolore attesta a suo modo che la verginità è spiritualizzazione dell’ordine della carne e che Maria è, sotto certi riguardi, donna esemplare, donna guida, là dove poteva sembrare donna di eccezione».
Leggiamo insieme un brano tratto dalle visioni della Beata Anna Katharina Emmerick e che descrivono la nascita di Cristo:
“Lo splendore che irradiava la Santa Vergine diveniva sempre più fulgido, tanto da annullare il chiarore delle lampade accese da Giuseppe. La Madonna, inginocchiata sulla sua stuoia, teneva il viso rivolto ad oriente. Un’ampia tunica candida priva di ogni legame cadeva in larghe pieghe intorno al suo corpo. Alla dodicesima ora fu rapita dall’estasi della preghiera, teneva le mani incrociate sul petto. Vidi allora il suo corpo elevarsi dal suolo. Frattanto la grotta si illuminava sempre più, fino a che la Beata Vergine fu avvolta tutta, con tutte le cose, in uno splendore d’infinita magnificenza. Questa scena irradiava tanta Grazia Divina che non sono in grado di descriverla. Vidi Maria Santissima assorta nel rapimento per qualche tempo, poi la vidi ricoprire attentamente con un panno una piccola figura uscita dallo splendore radioso, senza toccarla, né sollevarla. Dopo un certo tempo vidi il Bambinello muoversi e lo udii piangere. Mi sembrò che allora Maria Santissima, sempre Vergine, ritornando in se stessa, sollevasse il Bambino e l’avvolgesse nel panno di cui l’aveva ricoperto. Alzatolo dalla stuoia, lo strinse al petto.” (con approvazione ecclesiastica).
La liturgia della Chiesa in una sua antifona prega così: “Virgo Maria sine dolore peperit Salvatorem saeculorum” (La Vergine Maria ha partorito senza dolore il Salvatore dei secoli). E non dobbiamo dimenticare la lex orandi est lex credendi (La regola della preghiera è regola della fede). Felice Natale a tutti.

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