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sabato 27 settembre 2014

L'IMPROVVISA GUARIGIONE DI ANDREA A MEDJUGORJE


Miracolato a Medjugorje riceve la maglia della Juve Stabia da Improta

de luca juve stabia
  Andrea De Luca, 21enne di Castellammare di Stabia, ha raccontato di quando, all’età di 13 anni, fu colpito dal morbo di Perthes, malattia rara che porta allo sfaldamento della testa del femore e dell’anca, causando dolori insopportabili, la paralisi e il ‘crollò della spina dorsale. «Ero affetto da tre anni da questa malattia ed ero stanco per i dolori che dovevo sopportare – ha proseguito Andrea – Poi, a Medjugorje, ho potuto abbandonare la sedia a rotelle». I medici che lo avevano in cura, il prof. Anastasio Tricarico, docente di Ortopedia e traumatologia della II Università di Napoli e il dottor Pasquale Guida, ortopedico del Santobono di Napoli, presenti al lancio del libro di Brosio, hanno attestato di persona lo «spappolamento dell’osso» ma anche la sua inspiegabile «saldatura», al ritorno dell’ammalato da Medjugorje. Un racconto impressionante, con la proiezione delle radiografie del «prima e dopo» l’evento prodigioso, con la ricomposizione dei pezzi d’ossa che prima si presentavano spezzati e mancanti. Gianni Improta, ex calciatore del Napoli ed ex allenatore della Juve Stabia, ha donato ad Andrea una maglia gialloblù, la squadra in cui il giovane militava prima che la malattia lo paralizzasse.

 Fonte:  http://www.solonotizie24.it/wip/2014/03/12/miracolato-a-medjugorje-riceve-la-maglia-della-juve-stabia-da-improta-2/18798

Dalle giovanili alla malattia fino al viaggio a Medjugorje e all’improvvisa guarigione

Come si svolge la vita quotidiana di una persona che ha ricevuto un miracolo? Quella di tutti i giorni, dal rapporto con gli amici alle difficoltà di ordine pratico. «Sai che Lui è accanto a te e puoi fare affidamento in tutto, dalle cose più semplici a quelle più complesse. Il mio compito è raccontare quanto è accaduto, essere apostolo e portare la luce come ho sentito una voce dirmi sul pullman di ritorno a Castellammare». E così il giorno più brutto della vita di Andrea De Luca, l’1 novembre del 2006, diventa «il più bello, quello che mi ha cambiato l’esistenza».
 Sognava di essere un calciatore professionista con la Juve Stabia. Al Romeo Menti allenamento dei giovanissimi regionali prima delle convocazioni. Sotto la curva sud San Marco, Andrea, allora tredicenne, si blocca. «Mi passarono anche il pallone – racconta – ma non riuscii a stopparlo, mi superò. Ero come una statua. Un dolore lancinante che partiva dalla coscia e prendeva la schiena». Era il morbo di Perthes, una malattia degenerativa della testa del femore che colpisce in età infantile. Arriva ad essere invalidante il che significa stampelle prima, sedia a rotelle poi... comincia il giro d’Italia degli ospedali. L’essere in età di sviluppo complica le cose. Il dramma della paralisi si manifesta progressivamente nel 2008. Medjugorje è un viaggio fatto più per tacitare parenti e amici che per convinzione. Ed invece Medjugorje diventerà la vita che cambia. La collina del Podbro è un calvario. In salita si spezza una stampella, in discesa si rompe l’altra. «Non capimmo che era un primo segnale». Domenica 20 settembre 2009 non è un giorno qualsiasi. Un vialetto buio accanto all’albergo porta ad un giardinetto con una statua della Madonna. «Ero solo. D’improvviso il volto della statua si illumina come se un faro potente proiettasse un fascio di luce bianco, intenso, molto forte. Sono rimasto senza parole. Mi sono girato e c’erano Emanuela, una amica conosciuta durante il viaggio, papà, mamma. Ho chiesto conforto, hanno visto anche loro». Quel fascio di luce fa il miracolo, perfora, tocca il femore, colpisce il cuore. La vita è cambiata. La scienza ne prende atto. I miglioramenti sono costanti.
Il 22 Andrea torna a Castellammare, il 25 corre sul lungomare, qualche mese dopo una partita a calcetto. «Non ho più niente, solo la certezza che Lui è accanto a me». Sabato Andrea sarà al Menti, premiato da Gianni Improta, dg della Juve Stabia che ieri gli ha regalato la maglia con il suo nome. «Le gambe mi tremano per il regalo e per l’idea di tornare allo stadio». La storia di Andrea è una delle tante presenti in “Raggi di luce”, il libro nato da un’inchiesta giornalistica di Paolo Brosio, presentato ieri a palazzo Alabardieri, nel quale si raccontano, attraverso prove documentali, le storie di miracoli, guarigioni, santi e luoghi dedicati a Maria. Vicende diventate testimonianze di fede quotidiane.

Fonte: http://www.ilnapolionline.com/foto-juve-stabia-il-miracolo-di-andrea-il-tifoso-stabiese-con-una-grave-malattia-di-nuovo-allo-stadio/

martedì 23 settembre 2014

INTERVISTA ALLA VEGGENTE VICKA SULLA STATUA CHE SI ILLUMINA A MEDJUGORJE




Con la veggente Vicka Ivankovic-Mijatovic abbiamo parlato della statua della Madonna che si è illuminata perché nella sua città natale in Bijakovići giorno e notte ci sono migliaia di pellegrini. La veggente Vicka ieri si trovava presso il Centro di Giovanni Paolo II a Vionica da suor Cornelia per la consueta testimonianza. Prima che iniziasse a parlare ci ha rilasciato un’intervista in esclusiva.
Cosa ne pensi della statua che si è illuminata nella tua casa natale?
- Questa statua mi è stata portata da Lourdes da un gruppo di pellegrini circa 30 anni fa. E’ stato un dono che mi hanno fatto con tutto il cuore. Venne collocata nella stanza delle apparizioni. Tante volte la Madonna apparve vicino a questa statua.
In questi trenta anni, da quando la statua è stata messa lì, non ha mai brillato. E’ davanti a questa statua che ho sempre pregato e proprio lì ho visto i tre lampi di luce con cui la Madonna ci preavvisa che sta scendendo in mezzo a noi. E’ qualcosa di speciale.
Sei stata nella tua casa natale dopo quanto è accaduto?
- Ero in viaggio quando mi hanno detto che la statua si è illuminata. Sono trentadue anni che la Madonna illumina a Medjugorje. E’ viva.
La Madonna vedendo il tempo scuro e cupo di oggi manda un po’ di luce. Io penso che un uomo non dovrebbe avere paura della luce, anzi dovrebbe essere un richiamo alla propria coscienza.

Le persone che aspettano di entrare dovrebbero far luce nel proprio cuore e chiedersi cosa vuole la Madonna. Perché la Madonna ha dato spesso dei piccoli segni ma molte volte continuiamo ad essere sordi e ciechi. Pertanto la Madonna ci invita a pregare, solo con la preghiera si ottiene la luce.
Ieri hai visto la Madonna. Hai parlato della sua immagine che si illumina?
- No. Non abbiamo parlato di questo. Io credo che, se è necessario, sarà la Madonna stessa a parlare.
Secondo alcune stime, nella vostra casa natale in due giorni sono passati quindici mila persone. Come si spiega il fatto che la gente vuole vedere questo fenomeno?
- Le persone vanno in tanti nella mia vecchia casa a pregare, in questo non c’è niente di insolito e questo mi dà gioia. Le persone oggi hanno bisogno di luce e di tanta pace. La Gospa con un unico piccolo bagliore ha dato molto. Sta a noi capire come accettare e usare quella luce.
Vorrei raccomandare a tutti: preghiamo e con gli occhi del cuore quella piccola luce entra. Una luce senza la preghiera non può entrare. È per questo che La Madonna ci incoraggia a metterci in ginocchio e con il rosario in mano a pregare.
Cominciamo a pregare nelle nostre famiglie. Cerchiamo di non mettere mai le cose senza importanza. In primo luogo Gesù, suo Figlio, come dice lei: “fintanto che mi dà la grazia, io posso dare “, perché la Madonna è solo una mediatrice. Lei è al secondo posto, e quindi chiede a noi di rinnovare la nostra preghiera in famiglia con il suo amato Rosario.
Che cosa chiede in particolare la Madonna a voi veggenti in queste ultime apparizioni?
- La Madonna è molto preoccupata per i giovani e le famiglie che sono in situazioni molto, molto difficili. E possiamo aiutarli solo con l’amore e la preghiera.
Ella dice: “Cari giovani, tutto ciò che il mondo di oggi vi offre, tutto ciò che passa attraverso di esso, è il mezzo che satana usa per tentarvi in ogni momento libero che avete”. Oggi in particolare modo satana desidera distruggere le famiglie e i giovani.
E in un messaggio ha sottolineato che questo è un momento di grande grazia.
Intervista pubblicata sul sito 


Vicka: - Le persone vanno in tanti nella mia vecchia casa a pregare, in questo non c’è niente di insolito e questo mi dà gioia. Le persone oggi hanno bisogno di luce e di tanta pace. La Gospa con un unico piccolo bagliore ha dato molto. Sta a noi capire come accettare e usare quella luce. Vorrei raccomandare a tutti: preghiamo e con gli occhi del cuore quella piccola luce entra. Una luce senza la preghiera non può entrare. È per questo che La Madonna ci incoraggia a metterci in ginocchio e con il rosario in mano a pregare. Cominciamo a pregare nelle nostre famiglie. Cerchiamo di non mettere mai le cose senza importanza. In primo luogo Gesù, suo Figlio, come dice lei: “fintanto che mi dà la grazia, io posso dare “, perché la Madonna è solo una mediatrice. Lei è al secondo posto, e quindi chiede a noi di rinnovare la nostra preghiera in famiglia con il suo amato Rosario.


 
Fonte: http://www.lamadredellachiesa.it/intervista-a-vicka-sulla-statua-della-madonna-che-si-illumina/.



ERA IL 23 SETTEMBRE 2013 ...

Riassumendo: Lunedì 23 settembre 2013 alle ore 21.00 circa, alcuni italiani stavano pregando davanti alla statua della Madonna di Lourdes nella vecchia casa di Vicka. Improvvisamente la statua si è illuminata generando stupore e paura nei presenti tanto da far lanciare loro delle urla. Subito è accorsa Mirela la signora che lavora nel negozio sotto. Racconta Laura Marcazzan Budimir, una delle testimoni oculari: “verso le 21.10 sono entrati i parenti di Vicka. Io l’ho vista alle 22, la statua era fosforescente, si vedeva la sagoma, al tocco era normale, fredda… Ora chi scende dice che la luce sta diminuendo…”.

La prima cosa che viene in mente è che la statua possa essere stata spruzzata con della vernice fosforescente, ma la cosa strana è che nel primo giorno non si è riusciti né a fotografarla né a riprenderla. Neppure Dani che è il fotografo ufficiale di Medjugorje il primo giorno non ci riesce:

“È arrivata gente da tutte le parti per vedere! Non si riesce a fare foto… Il flash non fa vedere niente, solo occhio nudo vede… Bellissima! Ci sono tantissimi giovani dai 17/30 anni, coloro che non hanno vissuto nella loro pelle i primi giorni delle apparizioni perchè erano piccoli. Piangevano. Questo segno credo sia soprattutto per loro. Una settimana fa un parrocchiano di Bijakovici ha detto: “dobbiamo tornare a pregare insieme come 30 anni fa…”. Ecco questo segno è la risposta… Ed è un invito soprattutto per Bijakovici, per i parrocchiani. Perchè ora?  Proprio nel cuore di Bijakovici. La cosa diversa rispetto le altre volte che qualcuno nella casa vedeva segni è che questa volta è durato ore! E fino alle 03.00 le persone hanno potuto vedere! Tutti hanno visto, chi poco chi tanto…perchè ad un certo punto la luminosità è diminuita dalle 23 alle 02.30 e poi è aumentata ancora per poi svanire…Da una persona della famiglia di Vicka ieri sera: “Sembra di rivivere i primi giorni di 32 anni fa… Tutti vogliono entrare in casa…sembrano quei giorni.”

Anche il parroco di Medjugorje, Sakota, è andato a vederla, ecco cosa dice Laura: “Alle 3 è venuto a vederla, ha chiesto da quanto era cominciato e poi è andato via… Era serio e rispettoso…”

Prosegue la cronaca di Laura e il giorno dopo, martedì 24 settembre, scrive:

“Stamattina tutto nella normalità. Tanti che entrano per vedere ma la statua è normale… Stanotte alle 3 circa hanno chiuso la casa dopo che le persone sono diminuite… Gira una specie di foto ma non rende niente perchè è stata fatta quando la luminosità stava per diminuire… Quando l’abbiamo vista era proprio fosforescente tutta, delicata ma ben visibile! Tutti aspettano stasera”.

E’ ancora l’amica Laura a scrivere: “Siamo andati alla casa con la sorella e il cognato di Vicka alle 19.00 e ci siamo messi a pregare nella camera accanto… Le persone hanno cominciato a mettersi in fila alle 19.30. C’è la TV croate NovaTv. Ho avvicinato il cellulare a 2 cm e la luce non si vede: solo ad occhio nudo! Eravamo davanti alla statua quando ha cominciato ad illuminarsi da sola, piano piano. Marijo il marito di Vicka è venuto verso le 20 con i figli e come tutti è entrato, ha pregato e poi è uscito. L’aiuto per l’organizzazione è stato dato dall’associazione Kralica Mira, volontari di Bijakovici che aiutano anche Mirjana per l’apparizione del 2 del mese…le persone erano tranquille anche se stasera era un numero molto elevato, io ho fatto dei conti ma preferisco aspettare numeri ufficiali dei giornali locali”.

Intanto Vicka fa sapere che: “siamo fortunati di vedere la Madonna con la luce e che non piange, inginocchiatevi e pregate”.

La cronaca di Laura prosegue, alle ore una scrive: “La fila sta per terminare… La statua si illumina con minore intensità rispetto le ore 20… Quando pregavamo nella stanza accanto si illuminava di più ci ha detto Ivan Ivankovic che rimaneva dentro per aiutare le persone… Alle 1.30 la casa è stata chiusa”.

Michele Vasijli è finalmente riuscito a fotografare la statua luminosa e sembra che ci sia riuscito anche Dani il fotografo ufficiale.

Naturalmente, aspettiamo gli esiti degli esami, ma dal profondo del mio cuore voglio ringraziare la Vergine Maria per essere con noi e in mezzo a noi da tanti anni. - Tratto dal Blog di Annalisa Colzi
Aggiornamento 25.9.2013

Passiamo ad oggi.

Ci dice Laura Marcazzan Budimir che questa mattina Vicka durante la testimonianza ha risposto ai pellegrini che gli chiedevano spiegazioni sulla statua illuminata di casa sua: “E’ volontà della Madonna. Pregate di più”.

Michel Vasilj scrive che la Madonna anche questa sera, mercoledì 25 settembre, la statua alle 19.40 circa ha ripreso ad illuminarsi. Tanti giovani in fila fin dalle 18.30.

Daniel Miot esperto fotografo scrive una cosa interessante che mette in forte discussione la tesi che si tratti di vernice fosforoscente: “Apparentemente sembra una normale fluorescenza, ma visto che di giorno, con la stanza buia, non si illumina, il fenomeno è veramente inspiegabile".
 ATTUALMENTE  LA STATUA VIENE CUSTODITA DAI FRATI DI MEDJUGORJE

lunedì 22 settembre 2014

Oggi 22 settembre ricordiamo il transito di San Pio: "GLI ULTIMI MOMENTI..."- TESTIMONIANZA ESCLUSIVA

22 Settembre..

Ricordiamo il transito di San Pio da Pietralcina..


IL TRANSITO DI PADRE PIO – GLI ULTIMI MOMENTI IN UNA TESTIMONIANZA ESCLUSIVA DI CHI ERA VICINO A LUI

San Giovanni Rotondo (Foggia) Di Padre Pellegrino Funicelli - Comincia così il racconto della testimonianza di padre pellegrino Funicelli, Frate Cappuccino che al momento del trapsso di padre Pio era accanto a Lui."Poco dopo le ore 21 del 22 settembre 1968, quando Padre Mariano si era allontanato dalla cella n. 4 ed io vi ero entrato, Padre Pio per mezzo del citofono mi chiamò nella sua stanza: era a letto, coricato sul fianco destro.
Mi domandò soltanto l’ora segnata dalla sveglia posta sul suo comodino. Dai suoi occhi arrossati asciugai qualche piccola lagrima e ritornai nella stanza n. 4 per mettermi in ascolto presso il citofono sempre acceso.
Padre Pio mi chiamò ancora per altre cinque o sei volte fino alla mezzanotte; ed aveva sempre gli occhi rossi di pianto, ma di un pianto dolce, sereno.
A mezzanotte come un bambino pauroso mi supplicò: ” Resta con me, figlio mio “; e cominciò a chiedermi con molta frequenza l’orario. Mi guardava con occhi pieni d’ implorazione, stringendomi fortemente le mani. Poi, come se si fosse dimenticato dell’ orario richiestomi in continuazione, mi domandò: ” Uagliò, a ditte a Messe? “. Risposi sorridendo: ” Padre spirituale, è troppo presto adesso per la Messa “. Ed egli replicò: ” Beh, stamattina la dirai per me “. Ed io: ” Ma ogni mattina la dico secondo le sue intenzioni “.
Successivamente volle confessarsi e terminata la sua sacramentale confessione disse: ” Figlio mio, se oggi il Signore mi chiama, chiedi perdono per me ai confratelli di tutti i fastidi che ho dato; e chiedi ai confratelli ed ai figli spirituali una preghiera per l’ anima mia “.
Risposi: ” Padre spirituale, io sono sicuro che il Signore la farà vivere ancora a lungo, ma, se dovesse aver ragione lei, posso chiederle un’ ultima benedizione per i confratelli, per i figli spirituali e per i suoi ammalati ?”.
E lui: ” Sì che li benedico tutti; chiedi anzi al Superiore che la dia lui per me questa ultima benedizione “. Infine mi ha chiesto di rinnovare l’ atto della professione religiosa.
Era l’ una quando mi disse: ” Senti, figlio mio, io qui a letto non respiro bene. Lasciami alzare. Sulla sedia respirerò meglio “. L’ una, le due, le tre erano di solito gli orari in cui soleva alzarsi per prepararsi alla santa Messa, e prima di sedersi sulla poltrona soleva fare quattro passi per il corridoio. Quella notte notai con mia grande meraviglia che camminava dritto e spedito come un giovane, tanto che non vi era bisogno di sostenerlo. Giunto sull’ uscio della sua cella disse: ” Andiamo un po’ sul terrazzino “. Lo seguii tenendogli la mano sotto il braccio; egli stesso accese la luce e arrivato vicino alla poltrona si sedette e guardò in giro per il terrazzino curiosando: sembrava che con gli occhi cercasse qualcosa. Dopo cinque minuti volle tornare nella cella. Cercai di sollevarlo, ma mi disse: “ Non ce la faccio “. Infatti si era appesantito. ” Padre spirituale, non si preoccupi “, gli dissi incoraggiandolo e prendendo subito la sedia a rotelle che era a due passi. Per le ascelle lo sollevai dalla poltrona e lo posi a sedere sulla sedia. Egli stesso sollevò i piedi da terra e li poggiò sul pradellino. Nella cella quando l’ ebbi adagiato sulla poltrona, egli indicandomi con la mano sinistra e con lo sguardo la sedia a rotelle mi disse: ” Portala fuori “.
Rientrato nella cella, notai che il Padre incominciava ad impallidire. Sulla fronte aveva un sudore freddo. Mi spaventai, però, quando vidi che le sue labbra cominciavano a diventare livide. E ripeteva continuamente: ” Gesù, Maria ” con voce sempre più debole. Mi mossi per andare a chiamare un confratello, ma egli mi fermò dicendo: ” Non svegliare nessuno “. Io mi avviai ugualmente e correndo mi ero allontanato di pochi passi dalla sua cella, quando mi richiamò ancora. Ed io pensando che non mi richiamasse per dirmi la stessa cosa tornai indietro. Ma quando mi sentii ripetere: ” Non svegliare nessuno “, gli risposi con un atto di implorazione:” Padre spirituale, adesso mi lasci fare”.
E di corsa mi avviai verso la cella di padre Mariano, ma vedendo aperto l’ uscio di fra Guglielmo entri, accesi la luce e lo scossi: ” Padre Pio, sta male “. In un momento fra Guglielmo raggiunse la cella del Padre ed io corsi a telefonare al dottor Sala. Questi giunse dopo dieci minuti circa e appena vide il Padre preparò subito l’ occorrente per fargli un’ iniezione. Quando tutto fu pronto fra Guglielmo ed io cercammo di sollevarlo, ma non riuscendovi dovemmo adagiarlo sul letto: Il dottore fece l’ iniezione e poi ci aiutò a riadagiarlo sulla poltrona, mentre il Padre ripeteva con voce sempre più fievole e con il movimento delle labbra sempre più impercettibile: “ Gesù, Maria “.
Frattanto chiamai dal dottor Sala cominciavano ad arrivare Mario Pennelli, nipote di Padre Pio, il direttore sanitario della Casa Sollievo dottor Gusso, e il dottor Giovanni Scarale; mentre chiamati da me erano già arrivati il padre guardiano, il padre Mariano ed altri confratelli.
Mentre i medici davano l’ ossigeno prima con la cannula e poi con la maschera, il padre Paolo da San Giovanni Rotondo amministrava al Padre spirituale il Sacramento degli infermi e gli altri confratelli inginocchiati all’ intorno pregavano.
Alle ore 2,30 circa dolcemente chinò la testa sul petto: era spirato."

L' INCREDIBILE STORIA DEL PICCOLO JOSHUA GUARITO A MEDJUGORJE


“Dal buio della disperazione alla luce della speranza”
Testimonianza del papà di Joshua De Nicolò
Mi chiamo Manuel De Nicolò e vivo a Putignano, in provincia di Bari. Io e mia moglie Elisabetta non eravamo cattolici praticanti, ma seguivamo la fede cristiana solo per tradizione.
Nostro figlio Joshua aveva meno di 2 anni quando il 23 gennaio 2009 all’ospedale di San Giovanni Rotondo gli hanno diagnosticato una grave forma di tumore: un neuroblastoma mediastinico neuroblastoma mediastinico tra il cuore e i polmoni, con infiltrazione midollare e  metastasi scheletriche. In prativa si trattava in tutto di ben 22 tumori.
Durante le cure presso l’oncologico pediatrico di San Giovanni Rotondo, durate 8 mesi, il piccolo si è dovuto sottoporre a 80 cicli di chemioterapie, 17 radioterapie in anestesia generale e un processo di autotrapianto, ovvero 11 chemioterapie in 4 giorni. Ma, ciononostante, i medici davano a nostro figlio poche speranze di vita, sembrava questione di settimane o forse di giorni. 
Così, presi dalla disperazione più nera, pensammo di portare Joshua a Lourdes, l’unico santuario mariano che conoscevo. 
Ma un giorno, mentre eravamo a San Giovanni Rotondo, e  in un momento di disperazione io mi recai nella cripta di Padre Pio gli chiesi a muso duro: “Perché proprio a mio figlio? Dammi un segno per tornare a sperare”.

Poi tornai all’ospedale e mentre camminavo per il corridoio del reparto si accese improvvisamente il monitor di un computer che aveva come sfondo l’immagine del viso della Madonna. E’ stato come un flash che mi ha turbato profondamente. Quando sono entrato in camera ho trovato mia moglie Elisabetta che mi ha raccontato che Joshua non voleva dormire e che grazie a delle canzoni mariane aveva trovato serenità e calma. Ci informammo sulle musiche che avevano fatto riaddormentare nostro figlio. Erano canzoni dedicate alla Madonna di Medjugurie.  

Noi non sapevamo neanche dell’esistenza di un paese chiamato Medjugorje. Ma la Madonna ci chiamava lì e ci ha dato subito un altro segno. Tra le riviste sparse nella sala d’attesa dell’ospedale c’era uno speciale di “Oggi” in cui parlava della Madonna che appare a 6 ragazzi del posto dal 1981 e dei suoi miracoli di guarigione. 
Dopo aver letto questo articolo abbiamo deciso di partire immediatamente. I medici ci sconsigliavo questo viaggio perché Joshua aveva le piastrine sanguigne molto basse, circa 5.000, ma noi eravamo fortemente decisi. Il giorno che siamo partiti misteriosamente le piastrine di nostro figlio sono salite arrivando a 160.000. 
Così, a metà del mese di giugno abbiamo lasciato l’ospedale, e siamo tornati a casa. Qualche giorno dopo siamo partiti per Medjugorje: per noi era il viaggio della speranza. Giunto a Medjugorje, già appena sceso dal pullman, Joshua sembrava attratto misteriosamente ma fortemente da quel luogo santo.
Il bambino, a seguito del tumore non poteva quasi camminare più, ma lì sembrava stare un po’ meglio. Il 2 luglio 2009, nelle prime ore del mattino, ci siamo recati ai piedi della Croce Blu dove ci avevano detto che sarebbe apparsa la Madonna.
Alle ore 8 del mattino è stato portato su in braccio da Paolo Brosio, noto giornalista televisivo, che peraltro rischiava di scivolare sul quel sentiero sassoso a causa del fango accumulatosi per la pioggia.
Brosio ha fatto sedere Joshua proprio vicino alla Croce Blu dove alle ore 9  la veggente Mirjana ha avuto l’apparizione della Madonna. Dopo l’apparizione, con nostra grande sorpresa, il bambino ha cominciato a stare ancora meglio, sembrava non avvertisse più dolore.
Ma la sorpresa e la gioia più grande l’abbiamo avuto quando siamo tornati a casa.
Gli esami clinici evidenziarono infatti che 19 tumori, sparsi per tutto il corpo, erano scomparsi e le metastasi alle ossa erano completamente cicatrizzate. Restava solo il neuroblastoma dietro ai polmoni, la cui massa tumorale peraltro si era ridotta da 7,5 cm e 3 cm. Si poteva quindi tentare di asportarlo del tutto.
Ma i medici di San Giovanni Rotondo e anche quelli di Milano non hanno voluto effettuare l’operazione di asportazione del neuroblastoma ritenendola troppo difficile e rischiosa. Io ed Elisabetta non sapevamo più a chi rivolgerci.
Ma inaspettatamente un uomo misterioso e una donna sconosciuta ci hanno consigliato con molta determinazione di far eseguire l’operazione a Firenze. I medici, da noi interpellati, si sono dichiarati disponibili. 
E così, il 17 novembre 2009 abbiamo portato Joshua a Firenze dove è stato sottoposto a questo difficile e delicato intervento chirurgico di asportazione del neuroblastoma.
L’intervento è perfettamente riuscito e anzi i medici dicono che in un certo senso è stato esso stesso un miracolo perché si è svolto in modo inspiegabile: è durato infatti meno di 1 ora mentre si prevedeva una durata compresa fra le 4 e le 6 ore, e poi dopo l’intervento il bambino doveva passare alcuni giorni in rianimazione e invece c’è rimasto meno di mezz’ora perché si è svegliato subito e ha cominciato a respirare senza problemi, dunque ben oltre ogni più ottimistica previsione. Per noi questo intervento è stato un secondo miracolo.
A Medjugorje la veggente Mirjana ci ha invitato a testimoniare sempre la nostra esperienza per  aiutare coloro che hanno perso la speranza, per i non credenti e per chi frequenta la Chiesa per tradizione e non per fede. Ed è quello che proviamo a fare.
Vorrei concludere dicendo che ognuno di noi ha la sua croce e spesso si sente solo e abbandonato. Ma se ti affidi a Dio e alla Madonna di sicuro prima o poi accadrà qualcosa che non ti aspetti e che dal buio della disperazione ti porterà alla luce della speranza.

mercoledì 17 settembre 2014

La Messa sul Križevac è sempre un grande evento


Celebrazione della Festa dell’Esaltazione della croce a Medjugorje

Domenica 14 settembre 2014, con la partecipazione dei parrocchiani e di numerosi pellegrini, è stata celebrata solennemente a Medjugorje la Festa dell’Esaltazione della croce. Nella chiesa parrocchiale sono state celebrate cinque Sante Messe in lingua croata, rispettivamente alle ore 6:00, 7:00, 8:00, 12:00 e 19:00. La Messa solenne sul Križevac, presieduta dal francescano montenegrino fra Franjo Dušaj, è stata celebrata alle ore 11:00. Prima della Messa, fra Marinko Šakota, parroco di Medjugorje, ha guidato la preghiera del Rosario. “La croce sulla sommità di questo monte non è stata eretta solo come espressione di un atto votivo in un tempo di difficoltà e di fame, anche se sappiamo che avevano fatto questo voto. Per noi e per tutto il popolo di Dio questa croce ha però un significato più profondo: quello cioè di essere un annuncio profetico di salvezza. Nel Vangelo di Matteo, il Signore Gesù dice ai suoi apostoli: ‘Dai loro frutti li riconoscerete’. In questi ottant’anni a molte persone la salvezza è giunta attraverso questa croce e tramite tutto quello che è accaduto e sta accadendo in questo tempo. Anche questi sono i frutti di cui parla Gesù. Il Vangelo è per ieri, per l’oggi e resta anche per il domani. I nostri antenati hanno posto una croce sulla sommità di questo monte. Non molto tempo fa io l’ho ribattezzata ‘Parafulmine di Dio’. Perciò Medjugorje e tutti noi che veniamo qui siamo sotto la grande protezione di Dio. Molti si sentono bene qui, persino meglio che a casa propria. Molti vorrebbero anche trasferirsi qui: il monte Tabor, infatti, è in Terra Santa ma il monte Tabor è là dove c’è Gesù. Perciò anche questo è un monte Tabor”, ha detto fra Franjo nella sua omelia. Sabato 13 settembre, ai piedi del Križevac, si è svolta quest’anno, a cura del Teatro Popolare Croato di Mostar, una rappresentazione intitolata „Come è stato costruito il Križevac“. „Pensavamo a come rendere più vicino a tutti tutto quello che è successo ottant'anni fa, quando è stata innalzata la croce sul Križevac, e siamo venuti a contatto con Dragan Komadina e Robert Pehar. Dragan ha elaborato tutto ciò che era accaduto ed ha scritto il testo della rappresentazione”, ha sottolineato il parroco di Medjugorje, aggiungendo che la Messa sul Križevac è sempre un grande evento, non soltanto per la parrocchia di Medjugorje ma anche per numerosi pellegrini di tutto il mondo. Dal lunedì successivo alla celebrazione della Festa dell'Esaltazione della croce verrà modificato l'orario del programma liturgico di preghiera: la preghiera del Rosario in chiesa parrocchiale inizierà alle ore 17:00, mentre la Santa Messa sarà alle ore 18:00. Dopo la Santa Messa seguirà il consueto programma di preghiera. L’Adorazione a Gesù nel Santissimo Sacramento dell’Altare si terrà il martedì ed il sabato dalle ore 21:00 alle ore 22:00, mentre il giovedì l’Adorazione sarà dopo la Santa Messa serale. La preghiera del Rosario sul Podbrdo sarà la Domenica alle ore 14:00, mentre la Via Crucis sul Križevac si terrà il venerdì, sempre alle ore 14:00.
Objavljeno: 15.09.2014.
Fonte:  http://www.medjugorje.hr/it/attualita/

martedì 16 settembre 2014

Processione Solenne a Medjugorje


Domenica 14 settembre 2014, a Medjugorje, quattro confratelli della Provincia Francescana dell’Erzegovina — fra Augustin Čordaš,  fra Ivan Marić, fra Alen Pajić, e fra Ivan Penavić — hanno emesso i loro voti perpetui. La Santa Messa solenne delle ore 19:00, presso l’Altare esterno della chiesa di San Giacomo, introdotta da una solenne processione, è stata presieduta dal Dott. fra Miljenko Šteko, Provinciale della Provincia Francescana dell’Erzegovina, e concelebrata da ottantasette sacerdoti. La Celebrazione è stata resa ancor più solenne dai canti eseguiti dai frati seminaristi, diretti da fra Stanko Mabić. Il Provinciale ha espresso la sua gioia per il fatto che questa Professione Solenne, per scelta degli stessi candidati ai voti perpetui, avvenisse a Medjugorje, vicino alla Madonna. Egli ha anche posto particolarmente in rilievo la Festa dell’Esaltazione della croce, che veniva celebrata quel giorno: “Cosa ci dice questa Festa, qui a Medjugorje, in questa parrocchia in cui c’è il Križevac? Ci dice che non ci siamo incamminati dietro ad uno qualunque, ma alla sequela di un Dio crocifisso e che ci siamo incamminati verso la Risurrezione. La nostra vita è tratteggiata dalla sua. La nostra ‘carriera’ consiste nel salire sempre più il Križevac, verso la croce, in una disponibilità sempre più pronta ad essere crocifissi ed in un sempre più profondo abbassamento per lavare i piedi ai fratelli. Noi potremo aprire le porte della Risurrezione solo con la chiave delle parole pronunciate da Gesù sulla croce: „Tutto è compiuto!“ (Gv 19,30) e: „Padre, nelle tue mani affido il mio spirito!“ (Lc 23,46). La Festa dell'Esaltazione della croce purifichi il nostro sguardo! Osserviamo Gesù che, prima della sua Passione e della croce, si abbassa di fronte ai suoi discepoli e lava loro i piedi. Solidali col nostro Maestro, restiamo con coraggio su questa strada. Guardiamo nel nostro cuore e cerchiamo in esso quel silenzio profondo in cui parla l'Amore di Dio. Abbandoniamoci per la vita all'abbraccio della Madre Celeste, che qui ha aiutato moltissime persone ad aprire il loro cuore. Da quel momento esse hanno cominciato a cambiare il mondo, proprio perché hanno cominciato a cambiare se stesse“, ha affermato il Provinciale. Dopo l'omelia è seguito il Rito della Professione, durante il quale i quattro fratelli hanno emesso i loro voti perpetui all'interno dell'Ordine Francescano nelle mani del Provinciale e si sono completamente dedicati al servizio della loro fraternità. Al termine della Santa Messa, fra Marinko Šakota, parroco di Medjugorje, ha rivolto il suo saluto a tutti i presenti ed ha fatto i suoi auguri ai neo professi solenni. Dopo la Messa, presso il Salone “San Giovanni Paolo II”, si è svolta una cena comunitaria, accompagnata da auguri e fraternità.

Fonte http://www.medjugorje.hr/it/

domenica 14 settembre 2014

« Pregate per poter accettare la croce »

 Padre Slavko


Se ci domandiamo che cosa ha detto qui la Madonna sulla croce, sulla sofferenza, non troveremo molto, ma troveremo molti punti come inviti. Una volta - era un Venerdì Santo - ha detto in un messaggio: « Non abbiate paura di portare la vostra croce, mio Figlio Gesù è con voi ». La Madonna sa che noi abbiamo la croce, ma ci invita a portarla, perché non siamo soli: « Mio Figlio Gesù è con voi ». L'anno scorso, prima della festa della Croce, ha detto: « Vi invito, pregate davanti alla Croce, perché dalla Croce vengono grandi grazie », e ci ha tutti invitati anche a consacrarci. Consacrarsi alla Croce perché, come? La Madonna non ci ha spiegato come ci si deve consacrare alla Croce, ma noi possiamo sapere cosa significa consacrare. Su questo punto ci aiuta anche la tradizione della Chiesa, l'esperienza mistica di tanti santi. Consacrarsi alla Croce, consacrarsi attraverso la Croce al Signore, significa abbandonarsi, dare la propria vita. Nel consacrarsi alla Croce è molto importante questo: domandarci se questa Croce mi parla. In ogni famiglia cristiana e sicuramente anche nella tua famiglia c'è la Croce o sul muro o sul Rosario. Quante volte noi vicino alla Croce bestemmiamo, ci comportiamo male, egoisticamente, con orgoglio, offendiamo, non vogliamo riconciliarci. Se è così - e tante volte è così - significa che non siamo consacrati alla Croce, cioè la Croce non ci parla, perché la parola della Croce è sempre: riconciliatevi, perdonate, amate senza condizioni.

Se abbiamo capito la Croce capiremo tutto. Se non capiamo la Croce non capiremo mai niente della nostra vita cristiana. La Madonna vuole che noi capiamo la Croce, perché Lei stessa l'ha capita, non perché è fuggita dalla Croce, ma l'ha accettata, con suo Figlio Gesù.

Nell'ultimo messaggio ha parlato sulla Croce e sulla sofferenza, esprimendo un desiderio: « Desidero che per voi la vostra croce sia gioia ». Se la Madonna lo desidera significa che è possibile. La Madonna non dice mai una parola vuota, e se dice che desidera, è possibile che per me e per te, la mia e la tua sofferenza, le nostre croci diventino gioia. Ci ha mostrato anche la via per la quale si può arrivare: « In modo particolare, cari figli, pregate per poter accettare la croce, la sofferenza, con amore ».

Non ci invita ad accettare subito, ma a pregare per poter accettare. Noi se abbiamo tristezza, molti problemi, molta sofferenza, se siamo disperati, forse a questo punto non possiamo accettare questo messaggio. Forse ci fa anche rabbia se dice: « Prendete con gioia, accettate con gioia la vostra croce, con amore ». Possiamo domandarci: quando abbiamo pregato l'ultima volta per la grazia di poter accettare la croce, la sofferenza con amore come Gesù? È questo il punto che dobbiamo capire, ma lo possiamo solo attraverso la preghiera. La Madonna non è contenta se noi soffriamo, non è sicuramente felice se noi portiamo le croci. Non dobbiamo aver paura davanti a questo invito.

« Accettate con amore la sofferenza ». La Madonna ci vuole insegnare una strategia con la quale possiamo lottare contro la croce, contro la sofferenza. Noi abbiamo già trovato tante volte dei falsi mezzi nei confronti della sofferenza. Allora quando noi proviamo a fuggire dalla sofferenza, dalla croce, non vogliamo accettarla, ogni croce non accettata diventa doppia. La Madonna invitandoci ad accettare la sofferenza ci indica una strada, un cammino di guarigione. Infatti dice più avanti: « Solo così posso con la gioia darvi le grazie e guarigione che Gesù mi permette ».

Vedete, quando si accetta la sofferenza con amore, come Gesù, questa è l'ultima condizione per essere guariti.

Vi vorrei dire ancora una parola e discernere due fonti della sofferenza. Esiste una sofferenza che ci viene perché amiamo e un'altra perché non vogliamo amare, cioè perché facciamo il peccato, perché odiamo. Quando uno ama, con l'amore è sempre collegata la sofferenza, la croce, perché l'amore sempre ci guida verso gli altri e negli altri incontriamo sempre tanta sofferenza. Se li amiamo soffriamo, ma questa sofferenza ci fa maturare, ci aiuta e aiuta gli altri. Per esempio, quando una mamma ama il suo bambino e questo è ammalato, ha delle sofferenze, la mamma stando con lui sicuramente diventa una mamma più matura e il suo amore si purifica. È sempre così. Questa sofferenza accompagna sempre l'amore e a questo punto possiamo forse più facilmente capire da dove veniva la sofferenza di Gesù e la sofferenza della Madonna.

Umanamente parlando la Madonna dice che soffre e tante volte l'hanno vista piangere. Chi è in Cielo non può soffrire, ma in questo modo la Madonna ci dice che ci ama e ci vuole educare all'amore per poter capire la sofferenza, per poterla portare e per poter aiutare gli altri ad essere salvati dalla sofferenza. Da questa sofferenza che viene perché si ama, non possiamo essere salvati, perché Gesù stesso non era salvato. Ma c'è un'altra sofferenza. Se uno odia, non vuole perdonare, qual è la sua sofferenza? Il rancore. Non può essere mai contento, non può essere mai felice, perché l'odio distrugge, non può portarci la vita. Questa sofferenza è pericolosa, perché distrugge personalmente coloro che portano odio e che non vogliono riconciliarsi e queste persone distruggono le altre. Pensate ad un ubriaco, ad uno che beve molto, quale è la sua sofferenza? Qual è la sofferenza della sua famiglia? Diventa un problema, diventa una sofferenza grande. Se uno prende la droga, quanta sofferenza! Vedete il discernimento? Se noi cristiani capissimo questa sofferenza che viene dal peccato capiremmo che dobbiamo lasciare il peccato per poter avere l'amore. Quando abbiamo l'amore, io vi dico, non ci interessa più la sofferenza, ci interessa solo una cosa: amare in ogni momento, in ogni situazione. E qui, oggi, festeggiando, celebrando la Croce dovremmo capire questo punto della vita cristiana. Allora la Madonna ci invita ad avvicinarci alla Croce, a pregare davanti alla Croce, a consacrarci alla Croce. E non ha paura perché sa quale significato hanno avuto la Croce e la sofferenza nella sua vita e nella vita di suo Figlio. La Madonna ha capito il suo dovere: siamo nati proprio sotto la Croce quando Gesù ha detto: « Madre ecco il tuo figlio » e al discepolo: « Ecco la tua Madre ». Possiamo dire che in quel momento è nata la nostra Chiesa, la nostra comunità. Come ogni madre, Maria vuole educarci e come Regina dei profeti non poteva nasconderci la Croce, non poteva non parlare sulla sofferenza e doveva invitarci alla conversione, perché tutti i profeti dovevano fare così. Solo i falsi profeti hanno promesso la pace, non hanno parlato della sofferenza, non hanno parlato del bisogno della conversione.

La Madonna, come Regina dei profeti, ci invita a pregare per poter accettare le croci e per poter, con la croce, con la nostra sofferenza, ottenere un mondo nuovo.

(P. Slavko Barbaric - 14 settembre 1986) 

Fonte :  http://medjugorje.altervista.org/doc/pslavko/lacroce.html

sabato 13 settembre 2014

Domani Festa dell'Esaltazione della Santa Croce nella Parrocchia di Međugorje

La Festa dell'Esaltazione della Santa Croce nella Parrocchia di Međugorje si chiama „Križevac“ e tradizionalmente si celebra la prima Domenica dopo la Festa della Natività di Maria. In onore dell’Anno Santo della Redenzione 1933/34, incitati dall’allora parroco Fra Bernardin Smoljan, i parrocchiani di Međugorje – nonostante la loro povertà – hanno costruito sulla collina sopra Međugorje una Croce monumentale alta 8,5 metri e larga 3,5. Reliquie della vera Croce di Gesù, ricevute da Roma per l’occasione, sono inserite nell’asta della Croce stessa.
Il 16 Marzo 1934 fu celebrata la prima Santa Messa ai piedi della Croce. Nel Settembre del 1935, il Vescovo fra Alojzije Mišić ordinò che a Međugorje la Festa della Esaltazione della Santa Croce venisse celebrata ogni anno la prima Domenica dopo la Festa della Natività di Maria e che la Messa fosse celebrata sul Križevac. Fino al 1981 questa era una Festa per i parrocchiani e gli amici dei villaggi vicini, e, dal 1981, è divenuta una Festa per i pellegrini da tutto il mondo.
Durante tutta la settimana precedente la Festa, la Croce è illuminata di notte con migliaia di luci che annunciano l’imminente celebrazione.
A Međugorje la Gospa ci invita costantemente a pregare davanti alla Croce ed a venerare la Croce di Cristo. Anche quest’anno, numerosi pellegrini locali e stranieri hanno risposto alla sua chiamata. Una moltitudine di pellegrini è venuta al Santuario a piedi durante la notte e le prime ore del mattino. Alle 10:00 inizierà la preghiera del Rosario ai piedi del Križevac, guidata dai Francescani di Međugorje. Alle 11:00 ci sarà la Santa Messa.


 Fonte: http://www.medjugorje.ws/it/articles/solemnity-exaltation-holy-cross-krizevac-mountain/

venerdì 12 settembre 2014

La "Provvidenza" muoveva ogni cosa. ( L'ORFANOTROFIO ' DI S. CORNELIA )

CENTRO FAMIGLIA FERITA
Il Centro della “ Famiglia ferita “, ( questo è il nome, non viene mai usato il nome orfanotrofio per diretta volontà della sua fondatrice Suor Josipa ) si trova dislocato in due case, nella cittadina di Citluk e nella piccola frazione di Vionica, da dove tutto ha origine. Vionica fa parte della parrocchia di Medugorje,

Subito dopo lo scoppio del conflitto nella ex-Yugoslavia, due suore, Suor Josipa e Suor Kornelia Kordic, in seguito alla distruzione del loro convento nella Bosnia centrale, cercarono rifugio nel loro paese natale, Medjugorie.
Lì, presa coscienza della drammatica situazione di sofferenza sia fisica che spirituale del loro popolo, appoggiandosi ad alcune strutture messe a disposizione dagli abitanti del paese, iniziarono a dare rifugio ed assistenza a centinaia di persone che fuggivano dalle zone più disastrate cercando aiuto dove gli echi della guerra sembravano se non assenti almeno più attenuati. La disponibilità delle suore era grande e altrettanto intenso era l’impegno degli abitanti del paese e dei pellegrini. Ma le esigenze della moltitudine di povera gente proveniente da tutta la Bosnia, erano davvero smisurate.Nel 1992, in piena guerra civile dell’ex Jugoslavia, incurante dei pericoli, Suor Josipa su un terreno di proprietà della sua famiglia (terreno tutto pietre e rovi ) in località Vionica, alle porte di Medugorje, piantò le prime tende recuperate alla buona e iniziò ad ospitare profughi provenienti un po’ da tutta la Bosnia, bambini, anziani, famiglie intere che cercavano rifugio e aiuto. In poco tempo si ritrovarono sotto quelle tende fatiscenti più di 250 persone, Josipa confidava e veniva veramente aiutata giorno per giorno dalla Divina Provvidenza, arrivavano pochi aiuti soprattutto dai pellegrini che conoscendo Medugorje avevano iniziato a conoscere la triste e tremenda realtà di Vionica.
Nel 1993 intanto con l’aiuto di volontari, soprattutto italiani, iniziò la costruzione di una casa per poter togliere dalle tende quelle povere creature. Sotto i bombardamenti vennero gettate le fondamenta della struttura a 2 Km dal santuario nel paese di Citluk. "Dove gli altri distruggono, noi dobbiamo costruire…" diceva Suor Josipa. Da quel momento centinaia di volontari hanno messo a disposizione le loro capacità professionali e umane per andare incontro alle esigenze progettuali o di effettiva costruzione pratica della struttura.
La "Provvidenza" muoveva ogni cosa. Provvidenza che si concretizzava attraverso camion di mattoni, cemento, tubi, sanitari, infissi, arredi, cucine, pentole, automezzi, manodopera gratuita di esperti, cibo che venivano distribuite ai profughi ed ai malati provenienti dalla Bosnia centrale. Nell’autunno 1995 la casa fu inaugurata e finalmente le prime decine di bambini, fino ad allora ospitati in strutture di emergenza, ritrovarono un tetto stabile ed il calore e la sicurezza di un ambiente familiare.


Intanto nel 1994 con la benedizione del Papa Giovanni Paolo II ottenne di lasciare L’Ordine delle Sorelle Scolastiche Francescane e nell’Ottobre dello stesso anno fondò la “ Comunità delle Sorelle della Famiglia Ferita “, scopo di tale comunità è la cura delle famiglie, soprattutto di quelle bisognose e lacerate. Il Santo Padre proclama il 1994 l’anno della famiglia, in seguito a questo e per la particolare benedizione, amicizia e incoraggiamento che sua Santità le dona chiama il centro “ CENTRO FAMILIARE PAPA GIOVANNI PAOLO II

Attualmente lo "Obiteljski Centar Ivan Pavao II" (Casa Famiglia Giovanni Paolo II) ospita centoquaranta orfani o profughi di guerra, che vanno da pochi mesi fino ai 18 anni e più. I bambini hanno ripreso ad andare a scuola, ragazzi più grandi (fino a 18 anni) frequentano le superiori. Le suore ed i volontari sono la loro famiglia. Una famiglia che dona la propria vita per dare una prospettiva al futuro dei figli più fragili e più segnati dal dramma della guerra.

Ad oggi l ’organizzazione governativa del Paese della Bosnia Erzegovina non prevede contributi di sostentamento per i bambini della Casa Famiglia. Questi restano quindi nelle mani dei benefattori locali o stranieri o di alcuni organismi della Chiesa che saltuariamente nei casi di emergenza estrema, effettuano delle piccole donazioni straordinarie.
Sempre grazie al sostegno dei volontari, negli ultimi anni è stata completata la struttura nella zona di Vionica, di Medjugorie, con la costruzione di una casa già utilizzata per far passare ai più piccoli i primi anni della loro vita nel verde, lontano dal traffico e dai pericoli della città.
La nuova struttura, ha dato l'opportunità di dividere l'operato della missione in tre punti principali: la casa di Citluk, dove si trovano i ragazzi dai tre ai diciotto anni, la casa di Vionica, dove si trovano le suore novizie con una i bambini più piccoli e la nuova struttura (a poche decine di metri dalla casa di Vionica) dove alloggiano ad oggi, le ragazze madri con i loro piccoli.
Nel 2002, dove si trovava una vecchia tettoia in legno e sacco, dove la Madonna è apparsa più volte a Vicka, è stata costruita piano piano, ed ancora in fase di completamento, una piccola chiesa , voluta fortemente da S. Josipa gli ultimi tempi della sua permanenza terrena.


Suor Josipa è nata il 30 Gennaio 1947, sesta di nove figli, si consacrò a Dio nel 1970 a Roma. Dopo 12 anni di vita, di lavoro e di istruzione a Roma, fece ritorno nella sua terra a Bjielo Polje. Qui ricoprì diverse cariche in luoghi diversi (Humac, Ljubuski, ecc.) , dal 1980 al 1984 visse a New York, poi tornò a Siroki Brijeg e a Listica dove nel 1991 la guerra cambiò la sua vita. Decise subito di dedicarsi senza indugio ai più bisognosi, alle famiglie e ai bambini orfani, il 12 Ottobre 1994 fonda la Comunità delle Sorelle missionarie della Famiglia ferita. Intanto nella sua Missione coinvolge un po’ tutta la sua famiglia, la sorella Anna, sposata e residente in America, la quale torna e con il marito costruisce un albergo a Medugorje per ospitare i profughi, donando tutto a Josipa e alla sua opera, il fratello Kornelio sacerdote, gli altri fratelli e soprattutto la sorella suora anche lei: Suor Kornelia che diventa il suo braccio destro e attualmente guida l’opera.
La malattia è in agguato, arriva inesorabile nel 2000, tumore ai polmoni, al fegato ed alle ossa, ma mai fece pesare questa situazione alle sorelle e ai bambini, per tutti sempre , fino all’ultimo ha avuto sorrisi e parole che parlavano di grazia, di gioia e di amore.
Alla vigilia della sua morte chiese che nessuno, durante il suo funerale, portasse il lutto vestendosi di nero. “ Che domini il bianco, il canto, la gioia e la luce, perché si tratterà di un momento di felicità e di pace per me”.
Suor Josipa nasce al cielo, alla sua vera vita, il 10 Aprile 2003

Suor Josipa racconta: "
La brutalità della guerra in Croazia e in Bosnia-Erzegovina mi ha indotto ad aiutare in modo più efficace i più disastrati.. La famiglia odierna è ferita: da qui proviene la gente isolata, infelice, piena d´odio, d´aggressività e di debolezze d´ogni genere.
Noi possiamo constatare tutti i giorni che queste famiglie innocenti sono tormentate a causa di una triplice sofferenza: il dolore esistenziale per la perdita di tanti parenti e congiunti; il dolore psicologico per lo sconvolgimento, spesso anche mentale, provocato da questa guerra terrificante; il dolore spirituale, poiché la fedeltà alla Chiesa Cattolica è stata duramente messa alla prova.
Tante famiglie ferite, tante case distrutte, tante chiese devastate e profanate, possono risorgere solo nel cuore che ama con l´amore di Cristo.
Le finalità della nostra piccola comunità tendono ad aiutare a riconquistare la sicurezza rispetto ai problemi della famiglia, della salute, dell´istruzione, della casa, del lavoro, ricucendo i brandelli di una identità perduta per chi soffre nell´anima e nel corpo. Il centro del nostro interesse è la "famiglia ferita" da una guerra assurda ed orribile, frutto dell´odio umano, che ha seminato tanta sofferenza, morte e dolore. Ma sappiamo che proprio dalle "macerie" può scaturire la volontà di rinascere, di tornare alla vita; uniti nella "sofferenza" per poter poi condividere la "gioia".
Il nostro metodo si riassume in poche parole: "non abbiamo niente, ogni giorno ci viene donato molto, e tutto quello che riceviamo lo doniamo".

Attualmente il centro è seguito da Suor Kornelia e da altre giovanissime sorelle, sono aiutate da qualche giovane ragazza madre che è stata accolta insieme alla sua creatura.

Alla Provvidenza Josipa si è sempre affidata, con una fiducia cieca e totale, mostrando sempre una serenità incredibile e incomprensibile ai più, la Provvidenza Divina non l’ha mai abbandonata, anche nei momenti più tremendi e nelle situazioni più drammatiche.

“Signore Gesù Cristo, ti prego per tutti quelli che mi hai affidato: sii davanti a loro per guidarli, alle loro spalle per proteggerli, in essi per preservarli e vola su di loro per illuminarli. Grazie Gesù”.

FONTE:  http://www.madonnaaddoloratadelperdono.it/famiglia_ferita_-_medjugorje.html

martedì 9 settembre 2014

14 settembre: Santa Messa sul Križevac

Nella parrocchia di Medjugorje, l'Esaltazione della Croce di Cristo viene tradizionalmente celebrata la prima Domenica dopo la Festa della Natività della Beata Vergine Maria. Quest'anno tale Domenica cade il 14 settembre. La Santa Messa solenne sul Križevac sarà alle ore 11:00. Tutti coloro che non sono in condizioni di recarsi sul Križevac potranno partecipare ad una delle Sante Messe in lingua croata presso la chiesa parrocchiale, che verranno celebrate alle ore 6:00, 7:00, 8:00,12:00 e 19:00. La Croce sul Križevac è stata eretta nel 1933, in occasione dell'Anno giubilare della morte del nostro Redentore. Fino al 1981, quello era un luogo di preghiera per i parrocchiani e per i fedeli delle parrocchie vicine. Dopo l'inizio della apparizioni della Madonna, il Križevac è divenuto un luogo di preghiera per pellegrini di tutto il mondo. Il 13 settembre, vigilia della Festa dell'Esaltazione della Croce di Cristo, alle ore 20:00, ai piedi del Križevac, a cura del Teatro Popolare Croato di Mostar, verrà inscenata una rappresentazione intitolata “Come è stato costruito il Križevac”.
Objavljeno: 09.09.2014.
Fonte: http://www.medjugorje.hr/it/attualita/