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venerdì 26 maggio 2017

Ania Goledzinowska: "Molti venivano a Medjugorje per fare business...."



Questa è un'intervista fatta ad Ania per un giornale ma che per motivi di spazio alcuni non l'hanno messa per intero... ed ecco perché non si capisce magari tutto fino in fondo e aggiungendo cose che Ania non ha detto.

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Ania Goledzinowska da anni non mette più piede a Milano, dove faceva la modella, aveva una vita di eccessi e frequentazioni vip, valetta di Marco Predolin, storie vere o presunte con Francesco Baccini, Emanuele Filiberto, Cristiano De Andrè. Cantò un Happy Birthday in stile Marylin al compleanno di Silvio Berlusconi e per anni è stata fidanzata col suo Paolo Enrico Beretta (figlio della sorella Maria Antonietta).

Oggi vive in Puglia con suo marito, ma tra questa vita e quella di prima ce n’è stata una terza: «Dal 2011 al 2014 sono stata in convento a Medjugorje, dove portavo anche tanti giovani e da dove sono andata via disgustata da speculazioni e falsità di cui non volevo essere complice, neanche involontaria», dice.

Come era finita a lì?
«Nel 2010, dopo il mio primo viaggio a Medjugorje, pregavo Gesù di darmi un segno: non ho mai visto lui, non ho visto la Madonna né il sole che gira... Quel giorno non ho sentito la voce di Dio, ma Lui ci parla in tanti modi. E così poco dopo lasciai tutto e andai a stare a Medjugorje con le suore, vivendo e vestendomi con ciò che mi offriva la provvidenza. Ho trascorso tre anni in convento. Mi spogliai completamente e ne fui felice. Ero pronta a difendere Medjugorje a spada tratta. Sono stati gli anni più belli di tutta la mia vita ma, proprio in quegli anni, c’è stato un grande cambiamento lì. Sono cominciati ad arrivare tantissimi pellegrini, soprattutto italiani, e sono arrivati anche tantissimi soldi. Molti venivano a Medjugorje per fare business. Stava nascendo “un sistema”, una vera e propria mafia».

Che cosa intende per “mafia”?
«Alcuni volontari, che da 30 anni portano là viveri e aiuti, sono stati costretti a pagare il pizzo. Altri sono stati minacciati che gli sarebbero stati bruciati i pullman. Gente che usava i soldi della beneficenza per comprare case o macchine. Vedevo cose che non mi piacevano: false vocazioni, finte adesioni alla vita spirituale. I pellegrini, ormai, cominciavano a essere visti solo come turisti e gli italiani come polli da spennare. Mi facevano pena le persone che magari non avevano soldi per vivere e usavano gli ultimi risparmi per pagarsi il viaggio, e poi venivano derisi e trattati come un numero. Ormai oltre alla fede lì si trova di tutto: droga, alcol, prostituzione, sette eretiche, secondo alcuni addirittura sataniche. È diventato pericoloso andare a Medjugorje da soli, senza guide serie e autorizzate, sacerdoti o comunità certificate. Ecco perché sono felice che il Papa stia faccendo un po’ di “pulizia”».

Come sarebbe a dire che è diventato pericoloso andare a Medjugorje?
«Si rischia di finire nelle grinfie di qualche santone. Da Medjugorje spariscono persone, di cui non si hanno più notizie. Due anni fa è sparito anche un sacerdote, ma è solo uno dei tanti.. Dove c’è tanta grazia, c’è anche il demonio. E a Medjugorje girano ormai troppi soldi. Io cercavo la semplicità, la vita francescana, così me ne sono andata. Avevo lasciato Milano per scappare da quel mondo di bugie, inganni, pure apparenze, culto del denaro, non potevo accettare di ritrovare tutto questo a Medjugorje. Tante cose che ho visto lì le tengo per me, per amore verso quel luogo».

E perché oggi ha deciso di parlare così di quel posto?
«Perché c’è tanta gente che attacca Papa Francesco per il fatto che ha voluto vederci chiaro e incaricato il vescovo Henryk Hoser di verificare il culto. Ma le perplessità di Bergoglio sono fondate; lo stesso Hoser ha messo in dubbio che tutti i veggenti di Medjugorje vedano davvero la Madonna. Ha paragonato le apparizioni di Medjugorje a quelle di Rwanda, dove soltanto tre veggenti sono stati riconosciuti dalla Chiesa.  Quelli che oggi attaccano il Papa per i suoi dubbi sono gli stessi che lucrano su quel luogo. Maria di certo non si offende perché il Papa è prudente... Alla Vergine non interessa essere protagonista. Anche se, come sembra, dovessero essere riconosciute solo le prime sette apparizioni, io porterò ugualmente nel cuore quel luogo santo, e ci andrò ogni tanto».

Anche le guarigioni sono dubbie, secondo lei?
«Più di 400 guarigioni sono state valutate dalla commissione istituita dal Papa. Io conosco personalmente una persona che aveva 40 tumori, ora non ne ha nemmeno uno. Ma è un caso su un milione. La vera guarigione è quella del cuore: di quelle ne ho viste tante. E io stessa sono una guarita. Non posso sapere se le apparizioni siano vere, so solo che Medjugorje ha cambiato la mia vita in meglio. Per capire, bisogna andarci, prendere ciò che Medjugorje offre di vero, e tornare a casa propria testimoniando con la vita vissuta, e non solo con le parole, ciò che lì succede. Io posso avere mille dubbi, ma se questa esperienza ha dato una svolta alla mia vita e a quella di tante altre persone, perché non andarci? Perché non credere che forse la Madre di Dio lì veramente c’è? Ma la Madonna è anche a casa nostra, questo è il punto. Se chiediamo il Suo aiuto, Lei arriverà».



Ania aggiunge: 
il mio concetto è quello di non sparlare di Papa perché se perdiamo pure questa certezza che Papa è Pietro scelto da Gesù per portare avanti la Sua chiesa, se perdiamo pastore abbiamo perso la strada che la Madonna indica per la nostra salvezza.
Fonte: OGGI

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