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sabato 17 marzo 2018

Cento anni fa, il Frate ricevette le stimmate. Misteriosamente, alla sua morte scomparvero.

La visita. Padre Pio il santo con le stigmate. Ma cosa sono?


venerdì 16 marzo 2018
La visita del Papa nel luoghi del frate, occasione per capire questi doni soprannaturali. Come si verifica se sono autentici? Da Francesco d'Assisi a Veronica Giuliani, tanti i santi stimmatizzati.
 

Alla scoperta delle stigmate

Il viaggio del Papa nei luoghi di padre Pio ha una doppia ragione: il 50° della morte del santo frate cappuccino e i cent’anni dalla manifestazione permanente delle stimmate. Quest’ultima è una parola che deriva dal greco e significa letteralmente “marchio”. Nella mistica, nella tradizione cristiana però quando si parla di stigmate o stimmate si intendono i segni, le piaghe sul corpo di Cristo, (mani, piedi, costato) a seguito della crocifissione. In senso più largo comprendono anche le ferite sulla schiena e sul capo per la flagellazione e la corona di spine. Il termine compare anche nel Nuovo Testamento, per la precisione nella Lettera ai Galati, là dove san Paolo sottolinea di non volere altro vanto che la croce di Cristo: «D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo». (Gal 6,17)
Il più famoso degli stimmatizzati è san Francesco d’Assisi, ma anche molti altri santi, come vedremo, hanno ricevuto questa prova del legame che li univa a Cristo. In ogni caso si tratta di “segni” anche molto diversi tra loro. Esistono infatti le stimmate invisibili o visibili. Le prime consistono in un dolore molto forte in corrispondenza delle piaghe di Cristo ma senza manifestazioni esterne, accompagnato dalla precisa consapevolezza che non di malattia si tratti ma di un dono spirituale.
Quelle visibili invece hanno forma variabile e talvolta possono essere per così dire figurative, cioè a forma di croce, piuttosto che di cuore, corona di spine. ostia. Come si diceva poc’anzi, il più noto santo stimmatizzato della storia sarebbe stato san Francesco d’Assisi che le ricevette all’eremo della Verna nel 1224, in prossimità dell’Esaltazione della Croce. In memoria di quell’episodio, il 17 settembre di ogni anno il santuario della Verna è il cuore della celebrazione delle Stimmate di san Francesco.


 Tra gli altri celebri testimoni della fede stimmatizzati, si ricorda Caterina da Siena (la cui vicenda fu al centro di una polemica), che ne venne raggiunta nel 1375 durante un’estasi. Sono datate 1697, di Venerdì Santo, invece le stimmate di santa Veronica Giuliani che nel suo Diario scrive: «In un istante io vidi uscire dalle Sue santissime piaghe cinque raggi risplendenti; e tutti vennero alla volta mia. Ed io vedevo questi raggi divenire come piccole fiamme. In quattro vi erano i chiodi; ed in una vi era la lancia, come d’oro, tutta infuocata: e mi passò il cuore, da banda a banda… e i chiodi passarono le mani e i piedi. Io sentii gran dolore; ma, nello stesso dolore, mi vedevo, mi sentivo tutta trasformata in Dio». Altri celebri stimmatizzati/e, complessivamente il loro numero sarebbe di almeno 300, furono santa Caterina Ricci, Anna Katharina Emmerick, Teresa Neumann e santa Gemma Galgani. Una vita (1878-1903) la sua segnata da grandi sofferenze con le stimmate ricevute nel 1899 alla vigilia della festa del Sacro Cuore di Gesù. Questo fenomeno si sarebbe poi ripetuto tutte le settimane dal giovedì sera verso le 20 fino alle 15 del venerdì seguente. Infine, naturalmente padre Pio da Pietrelcina, la cui stigmatizzazione permanente risale al 20 settembre 1918. Il frate cappuccino, peraltro restio a parlarne pubblicamente, avrebbe poi confidato al suo padre spirituale Benedetto da san Marco in Lamis di essere stato sorpreso, dopo aver celebrato Messa, dal riposo, simile ad un dolce sonno con tutti i sensi interni ed esterni in una quiete indescrivibile. E nel totale silenzio. In quello scenario la comparsa di «un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue.... Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni» (Epistolario, i volume, 1995, p. 510). Come noto alla morte le stimmate scomparvero dal corpo di padre Pio, senza lasciare cicatrici. Un fenomeno inspiegabile sotto il profilo scientifico, fisio-patologico, dal momento che ogni ferita, si accompagna a un’azione di contrasto riparativa, con il formarsi di tessuto cicatriziale.

Vere o false?

Le stigmate ricordano ciò che Cristo ha dovuto subire durante la Passione per la salvezza dell’umanità. Chi le riceve è in qualche modo chiamato a ricordare le verità ultime che ci attendono, richiamando al tempo stesso l’enormità infinita dell’amore con cui il Signore ha circondato ogni creatura. Un amore così grande da accettare la morte. E la morte in Croce, tra terribili sofferenze.
Ciò non toglie che le stigmate vadano “verificate”, che sia da valutare la loro autenticità. Tra i requisiti, ma ce ne sono anche altri, che permettono di giudicarle positivamente: la localizzazione nei luoghi delle piaghe di Cristo, il loro manifestarsi durante estasi di preghiera, l’accompagnarsi a forti dolori, l’assenza di cattivo odore, l’insensibilità alle cure. Oltre naturalmente al fatto che tali ferite “colpiscano” persone di grande fede, che pratichino le virtù cristiane in modo straordinario.

Fonte:https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/padre-pio-il-santo-con-le-stigmate-ma-cosa-sono

Padre Pio, ecco perché al santo si chiusero le stimmate

CINQUANT’ANNI FA MORIVA IL SANTO DI PIETRELCINA. NEL SUO NUOVO LIBRO STEFANO CAMPANELLA INDAGA SUI TRE MISTERI CHE SEGNARONO GLI ULTIMI ISTANTI DELLA SUA VITA E NE SPIEGA IL SIGNIFICATO ALLA LUCE DELLA FEDE

 

Intellettuali e storici non disdegnano di misurarsi ancora oggi con il mistero di Padre Pio, morto cinquant'anni fa e protagonista di una devozione planetaria che ha finito per affascinare e contagiare vip e gente comune. Il 17 marzo a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo arriva papa Francesco, quasi a ripercorrere la geografia spirituale di uno dei santi più amati della cristianità. Pietrelcina è il luogo dove ai primi di settembre del 1918, cent'anni fa, il frate ricevette le stimmate. San Giovanni Rotondo, sul Gargano, quello in cui cinquant'anni fa, il 23 settembre 1968, Padre Pio morì e le stimmate, misteriosamente, scomparvero. È, questo, uno dei tre misteri della morte del Cappuccino su cui, con rigore storico, indaga Stefano Campanella nel libro I tre misteri della morte di Padre Pio (San Paolo, pp. 192, euro 14,50).

L'autore è scrittore e giornalista, attualmente dirige Padre Pio Tv ed è responsabile dell'ufcio stampa della Provincia religiosa di Sant'Angelo e Padre Pio dei Frati minori cappuccini. «Padre Pio», dice l'autore, «ci rassicura sulla nostra morte, ne sgretola l'immagine buia ed è di grande conforto per molti credenti perché afferma più volte, in varie circostanze, la sua certezza, acquisita attraverso una conoscenza mistica, nella bellezza della vita che ci aspetta dopo quella terrena».


Quali sono tre i misteri della morte del Santo?

«Il primo è la constatazione, attraverso varie testimonianze di persone autorevoli e credibili, del fatto che Padre Pio conoscesse con anticipo il momento in cui sarebbe morto. Il se condo mistero riguarda la concessione a una sua glia spirituale, la marchesa Giovanna Rizzani Boschi, legata a lui da una storia lunga e singolare, di poter essere presente, sia pure non fisicamente, accanto a lui nel momento della morte avvenuta in un posto dove le donne non avevano accesso perché era luogo di clausura. La nobildonna fu ordinata terziaria francescana da san Pio che le impose il nome di suor Iacopa e le disse che avrebbe assistito al momento della sua morte. Il nome di Iacopa non fu scelto a caso ma in omaggio alla nobile matrona romana Iacopa de' Settesoli, che ebbe il privile gio di assistere alla morte di san Francesco d'Assisi. Il terzo è la scomparsa delle stimmate accompagnata da un segno eccezionale».


Quale?


«Oltre alle stimmate dal corpo di san Pio sparirono tutte le cicatrici. Gli scienziati definiscono questo un assurdo fisiopatologico perché ogni ferita, qualunque sia la sua origine, nel momento stesso in cui si forma comincia un processo di riparazione attraverso la formazione di questo tessuto particolare cicatrizzante. La scomparsa delle stimmate è un fenomeno che è stato constatato da testimoni autorevoli e credibili ed è stato anche fotografato».


Qual è il filo rosso che unisce i tre misteri?


«Anche questi, come tutti gli altri carismi che ha avuto Padre Pio, in re altà sono state delle credenziali che il Signore gli ha voluto concedere per dare validità e sostegno a quel messaggio che lui avrebbe dovuto diffondere nel ministero sacerdotale. Questi carismi, riproposti al momento della morte, dovevano essere un segno ulteriore per aumentare la devozione nei suoi confronti e attrarre tante persone sul luogo della sua sepoltura, che poi, come avveniva quando lui era in vita, non tornano mai indietro senza una rinascita spirituale o una vera e propria conversione. Ieri attraverso Padre Pio instancabile confessore, oggi attraverso i suoi confratelli che ne hanno raccolto l'eredità e ne diffon dono il carisma. Non a caso, Padre Pio ripeteva sempre: "nessuno sale invano questa montagna"».


Dal libro emerge anche il modo particolare con cui il santo affrontò la sua morte.


«Fu un atteggiamento ambivalente: da un lato, Padre Pio desiderava morire perché la morte consentiva il ricongiungimento definitivo con il Signore, dall'altra non voleva morire perché era consapevole che restando in vita avrebbe potuto fare tanto bene alle anime non solo in confessionale ma offrendo le sue sofferenze per la conversione dei peccatori. In lui si agitavano due desideri contrastanti: quello di morire per amore di Cristo e quello di vivere per amore dei "fratelli d'esilio", come li definiva lui».


Le stimmate furono il grande "simbolo" del misticismo di Padre Pio che attraevano molti fedeli. Perché scomparvero proprio nel momento della morte e per di più sparirono anche le cicatrici come se quei segni di dolore non ci fossero mai stati...

«Il fenomeno della scomparsa è strano ed è stato constatato da quattro frati e dal dottor Giuseppe Sala, medico curante di Padre Pio e sindaco di San Giovanni Rotondo. Tutti restarono molto turbati perché quell'accadimento poteva far pensare al fatto che le stimmate non fossero mai comparse. Proprio per questo nel libro ho riportato stralci delle relazioni dei tre medici che hanno visitato Padre Pio e testimonianze dei confratelli che le hanno viste aperte, da cui emerge chiaramente che l'esistenza delle stimmate era un fatto acclarato anche scientificamente quando Padre Pio era in vita».


Lei che spiegazione si è dato?

«Le stimmate comparvero per la prima volta subito dopo l'ordinazione sacerdotale, tra la ne di agosto e l'inizio di settembre del 1910, in risposta a un'offerta sacrificale che Padre Pio fece al Signore per la conversione dei peccatori e la liberazione delle anime del Purgatorio. Subito dopo la prima comparsa, Padre Pio restò esterrefatto e chiese a Dio che scomparissero e gli restasse solo il dolore. Fu accontentato ma non per molto tempo, perché il 20 settembre 1918 ricomparvero a Pietrelcina e restarono aperte no alla morte. La coincidenza temporale delle stimmate con la durata del sacerdozio di Padre Pio ci fa capire che quei segni misteriosi erano nalizzati al ministero sacerdotale».


In che senso?


«Perché attraverso le stimmate i fedeli si avvicinavano a Padre Pio, magari all'inizio solo per curiosità. Da questo contatto nasceva un percorso, molti si confessavano o si facevano seguire spiritualmente da lui. Nel mo mento in cui con la morte terminava il suo ministero, ecco che queste credenziali o segni d'attrazione diventano inutili perché hanno sostanzialmente esaurito la loro missione. Questa è la lettura che offro nel libro sostenuta autorevolmente da numerosi e illustri studiosi della vita del santo». 


  Fonte: Antonio Sanfrancesco, Famiglia Cristiana

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